Un mix tra i sapori di montagna e quelli del mare. Sta qui il segreto del panettone della Valle Antrona. Il nome ha poco di montanaro - panettone "Valle Vesuviana" – ma i contenuti sì.
La segale coltivata in valle è basilare per il nuovo panettone. ‘Segale coltivata qualche centinaio di metri dalla nostra pizzeria’’ dice Francesco Catapano de le "Coccinelle" di Borgomezzavalle. ‘’La segale, trasformata in farina, si sposa con le albicocche tipiche della Campania. Ne nasce un prodotto dal sapore deciso mitigato dalle albicocche’’ spiega lo chef che ha siglato con l’ideazione di un panettone il gemellaggio ideale tra la sua terra d'origine, Napoli con il suo Vesuvio, e quella d'adozione, la valle Antrona.
La segale sta ritrovando attenzione. Dopo anni di abbandono, l'antico cereale montano è tornato a essere coltivato in valle Antrona grazie al progetto dell'associazione fondiaria "Terra Viva". Un ritorno alle origini anche in cucina con una rivisitazione in chiave in contemporanea: Catapano ha infatti voluto qualche decina di chili di farina per l'impasto del suo panettone artigianale. E’ questala novità del Natale 2021 dopo l’apertura l'anno scorso in pieno confinamento della pizzeria di Borgomezzavalle.
Dice lo chef: "C'è una buona dose di farina di segale di tipo 2 accompagnata da quella di tipo zero. Tutti gli ingredienti sono di prima scelta, compreso il miele d'acacia dell’apicoltore locale Cristian Pirazzi. Il tocco finale è infine dato dai sapori della mia terra d'origine con l'albicocca Pellecchiella che ha una polpa compatta e succosa".
L'attenzione non è solo per le materie prime ma anche per la lievitazione, un processo portato a compimento con l'uso del lievito madre e curato con la stessa attenzione e passione impiegata per la realizzazione degli impasti delle sue pizze.
Oltre al panettone "Valle vesuviana" Catapano produce anche la versione classica e quella al cioccolato fondente. Tutti da 800 grammi e con una parte di farina di segale.