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Provincia | 21 dicembre 2022, 15:30

Il Comitato Salute Vco denuncia: "Al Dea domese toccato il fondo. Lasciano una notte un paziente in corsia e l'Asl il giorno dopo lo chiama al telefono per sapere come sta"

“Pensavamo di aver visto tutto nella disorganizzazione della sanità del Verbano Cusio Ossola, ma ci siamo sbagliati”

Il Comitato Salute Vco denuncia: "Al Dea domese toccato il fondo. Lasciano una notte un paziente in corsia e l'Asl il giorno dopo lo chiama al telefono per sapere come sta"

Riceviamo e pubblichiamo.

Pensavamo di aver visto tutto nella disorganizzazione della sanità del VCO, ma ci siamo sbagliati. In effetti, non c’è mai limite al peggio, e quindi, quando abbiamo toccato il fondo… cominciamo a scavare! Questo che vi raccontiamo è realmente successo.

Sabato 17 dicembre verso le 9, un signore di Verbania ha una crisi nervosa (la privacy ci impedisce di dire di più) che spaventa la moglie, la quale contatta subito il medico di famiglia per chiedergli di visitare il paziente. Viene però da lui invitata a chiamare la Guardia Medica, cosa che lei fa subito componendo il numero verde della centrale di Torino, che la mette subito in contatto con la Guardia Medica di Verbania. Dopo molti solleciti finalmente alle 14 il Medico riesce a recarsi dal malato in questione. Mentre lo sta visitando, il paziente ha una nuova crisi che preoccupa il Medico, il quale chiama il 118 che arriva poco dopo con una ambulanza medicalizzata. Il consulto dei due medici non può che indirizzare il trasporto al DEA di Domodossola, in quanto al Castelli di Verbania del DEA è rimasto solo il cartello indicatore. Alla signora non solo viene impedito di salire sull’ambulanza insieme al marito, ma viene anche diffidata a recarsi al S. Biagio, perché non la farebbero entrare comunque. Successivamente la signora si attacca al telefono per chiamare il DEA di Domodossola per avere notizie del marito, ma nessuno le dà retta. Nel corso dell’unica telefonata a cui trova risposta, viene informata che il paziente è stato sottoposto a TAC, di cui si attende l’esito per definire la diagnosi. Intanto si fa notte.

La mattina dopo, dopo diversi e inutili tentativi di mettersi in contatto con qualcuno, finalmente una infermiera le dà evasione, anzi fa in modo che la signora possa contattare il marito in videochiamata. Il paziente è sempre in attesa che qualcuno interpreti i risultati della Tac, ma si scopre che è collocato sulla barella con la quale è stato trasportato al DEA con l’ambulanza il giorno prima. La signora ne chiede il motivo, ricevendo la risposta: non ci sono letti liberi. Alle rimostranze della signora il Medico le consiglia di contattare la Direzione generale (??!!) e lei, al colmo della disperazione, informa non certamente la Direzione generale, qualcun altro che ha l’autorità e la volontà di intervenire. Questo autorevole ed immediato intervento, costringe i responsabili a trovare una soluzione. Il posto letto viene trovato. Ma non è finita!

La mattina successiva, lunedì, al paziente arriva una chiamata al suo cellulare. È l’ASL che chiede a lui dove si trova e come sta. Ci mancava la 'comica finale'. È la ciliegina sulla torta che suggella questa disorganizzazione. Per fortuna abbiamo un Direttore generale di questo calibro! Se non l’avessimo, magari le cose andrebbero anche … meglio, o no? Sapevamo della mancanza di medici e infermieri, ma che mancassero anche i letti per ricoverare i pazienti, questo è sorprendente”.

Comitato Salute Vco

Comunicato Stampa

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