Protesta di piazza, per il mondo rsa piemontese. I maggiori sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil si sono dati appuntamento sotto la Regione, in piazza Castello, per protestare contro il contratto firmato dai sindacati ritenuti non rappresentativi da Anaste, la sigla datoriale che per dimensioni è la terza in un mondo che conta oltre 700 strutture in regione. La richiesta è di revocare la convenzione con le rsa che applicano il nuovo contratto. I lavoratori coinvolti, solo a Torino e provincia, sono oltre 3.000.
Un tavolo abbandonato
"Anaste ha abbandonato il tavolo con Fp Cisl, Fisascat Cisl, Fp Cgil, Uiltucs e Uil fpl firmando con sigle non rappresentative - dicono i rappresentanti dei lavoratori -. E le condizioni sono peggiorative rispetto al passato". "Il nuovo accordo prevede 5 euro all'ora per gli ausiliari e 6 euro all'ora per gli Oss. Sulla malattia, poi, dal secondo evento nell'arco dell'anno la copertura scende al 75%", dice Tiziana Tripodi, di Cisl Fp Piemonte.
"Per risolvere il problema dell'assenteismo serve la contrattazione di secondo livello - aggiunge Cristiano Montagnini, Fisascat Cisl Piemonte -. E un contratto così rappresenta un danno anche per chi, come Struttura, applica il contratto firmato con Cgil, Cisl e Uil".
Stop alla convenzione pubblica
Sotto la Regione, dunque, i sindacati si sono ritrovati per chiedere che l'ente tolga l'accreditamento alle strutture che non rispettano il contratto con i sindacati maggiori. Elena Palumbo, Fp Cgil Piemonte, aggiunge: "Continuiamo a insistere con la richiesta del rispetto dei contratti firmati con le sigle più rappresentative. Si crea dumping in una categoria preziosa per fragili, anziani e non autosufficienti, ma già povera. I contratti pirata devono cessare".
Luigi Gambale, Uiltucs Torino e Piemonte e Matteo Ferrazzano, Uil Fpl aggiungono: "Questi imprenditori erano associati a Confcommercio e sono usciti da questa rappresentanza. E già in passato per la trattativa di questo rinnovo di un contratto fermo da quasi 20 anni come norme e al 2009 per la parte economica, hanno sciolto il tavolo, cercando di firmare un contratto pirata". "Quel tentativo era stato bloccato, nel 2012, ma ora tornano alla carica", concludono i sindacati.