Il 6 luglio di quest’anno ho monticato le mie capre all’alpe Mater Margina, nel comune di Druogno. Capre che vengono custodite al pascolo dalla signora Silvana Zani, nativa della valle Vigezzo. Che custodisce le mie capre ma anche quelle di altri allevatori.
Ma la situazione in alpeggio sta diventando critica. Non è certo zona dove si possano usare reti elettrificate e così le capre la sera vengono chiuse in un recinto vicino alla baita, dove il detentore del pascolo pernotta e vengono portate al pascolo ogni mattina sempre supervisionate.
Ma gli attacchi del lupi avvengono sempre più di frequente. Avvengono un giorno si e uno no, sia mentre sono al pascolo che nel recinto.
Il 20 luglio mentre erano nel recinto c’è stato un attacco, una capra è stata ferita e poi è morta e le altre sono fuggite. L’8 agosto un altro attacco; il 10 agosto, mentre erano al pascolo, il pastore si è accorto che c’era una presenza all’interno del gregge ed ha visto le capre scappare.
Ripeto che le capre sono sempre custodite e supervisionate ma il lupo non ha paura e si avvicina nonostante la presenza del conduttore che fa di tutto per allontanarlo.
Abbiamo anche fatto un video dove si vede chiaramente il lupo e quanto sia vicino alle capre e al conduttore: si muove ma non si allontana, non scappa via: non è per nulla spaventato. Credo proprio sia un lupo anomalo.
Un giorno mentre pranzavamo un altro attacco, con il ferimento di una capra. Appena mi sono accorta ho preso la moto da trial ho cercato di andargli addosso per salvare la vita alla mia povera capra.
Posso dire che il progetto Wolfalps è assolutamente fuori controllo. Non sappiamo più come difenderci. Io stessa come altri allevatori ci troviamo con l’acqua alla gola. Gli indennizzi non ci sono ma anche ci fossero pagherebbero solo le bestie morte: quella ferite, zoppe o disperse non fanno parte del risarcimento,
Ma noi gli indennizzi non li vogliamo, preferiamo avere le nostre capre, belle o brutte, perché non è solo il valore della capra stessa ma tutto l’insieme; la capra è per noi un animale da reddito, ci dà il latte, il formaggio, la carne. Per noi allenatori, anche quelli piccoli come me che ho 30 capre ognuna col suo nome, se ne mangia dieci l’anno diventa una grossa perdita economica.
Inoltre non è il rimorso di 100 euro ma è il valore stesso della mia capra, che ha un nome e un cognome, che ho fatto nascere, alla quale do il latte e che porto in alpeggio per mangiare erba fresca e respirare aria buona.
Perché devono andare in montagna, non è bene tenerle a casa. Non sono capre stalline ma capre alpine.
Noi allevatori portiamo da magiare a voi sulle vostre tavole ogni giorno. Dovremmo essere più tutelati anche perché il lupo non è più in estinzione: ci sono branchi sparsi in tutta l’Ossola.
Martina Cappelli
Responsabile legale della società semplice agricola Contessa sita in Beura Cardezza