Trent’anni fa la tragedia della galleria di Olgia. Sono passati trenta lunghi anni da quel tragico 11 novembre 1993, giorno in cui tre giovani ragazzi persero la vita travolti da un grosso masso che fatalmente si staccò dalle pareti del tunnel. Il masso colpì l'auto su cui viaggiavano Alberto Bergamaschi (30 anni, di Malesco), la fidanzata Catherine Zurbriggen (24 anni) e il fratello di Alberto, Diego (38 anni). Non ci fu nulla da fare: morirono sul colpo.
Una data, quella dell'11 novembre 1993, che ha segnato in maniera indelebile la strada internazionale 337 della Valle Vigezzo. E come spesso accade in questi casi, si parlò subito di tragedia annunciata. “La paura da quel giorno avvolge sempre chi per motivi di lavoro o turismo, percorre quel tratto di strada che porta dalla Valle Vigezzo al confine Svizzero”, le parole del coordinatore dei frontalieri del Vco, Antonio Locatelli.
Familiari, amici e lavoratori frontalieri non hanno mai dimenticato quanto accaduto. Da quel giorno è iniziato un lungo percorso di battaglie e gridi d'allarme per mettere in sicurezza quel tratto di strada che nel 2018 si è portato via anche i coniugi Marco ed Elena Maria Ausilia Brignoli (Minusio, Canton Ticino). La loro macchina è stata travolta da una grossa frana al confine tra Italia e Svizzera.
Dalla tragedia del 1993 nasce l'associazione frontalieri, che coinvolge fin da subito tutte le istituzioni del territorio per operare affinché drammi simili possano essere evitati. Tra mille difficoltà, sia nel reperire fondi che nelle fasi di progettazione e lavori, dopo tre decenni – con un cauto ottimismo - una svolta sembra finalmente arrivare: dopo la posa delle reti paramassi nei tratti più a rischio della 337, l'anno nuovo dovrebbe essere un anno di conferme con la consegna dei lavori sul tratto da Re al confine svizzero. Sabato 11 novembre alle 18.00 sarà celebrata, nella chiesa di Malesco, una messa in ricordo di Alberto, Catherine e Diego.