In Piemonte nove persone su dieci sono insoddisfatte dalla chiusura degli sportelli bancari nel proprio Comune e ritengono utile parlare con un operatore bancario. Per nove su dieci non sarebbe lo stesso se lo sportello bancario chiudesse e fosse sostituito da un bancomat. Per otto su dieci la prossimità bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari, a conferma che la banca non è solo un luogo dove custodire i risparmi ma anche il motore dal quale si origina la produzione di ricchezza.
Lo dice la ricerca svolta dalla Uilca (la categoria della Uil che organizza i lavoratori del credito e delle assicurazioni) durante la campagna itinerante che nei mesi scorsi ha fatto tappa anche in Piemonte. Il rapporto ha raccolto, sul territorio nazionale, 2.870 interviste.
I numeri del Piemonte
Dal 2018 al 2022 il numero di Comuni serviti da banche è diminuito del 17,9%, passando da 559 a 459. Il numero degli sportelli è sceso del 18%, passando da 2.065 a 1.694. Al 2022 sono 571.164 le persone che non hanno accesso allo sportello bancario, pari al 13,4% degli abitanti.
In banca una volta al mese
Oltre la metà degli intervistati, il 56,1%, si reca generalmente nella propria filiale bancaria almeno una volta al mese, di cui il 32,3% “una volta al mese” e il 23,8% “una volta a settimana”.
Il 74,3% degli intervistati ha percepito la mancanza/riduzione della filiale bancaria, di questi il 44,1% “molto” e il 30,2% “abbastanza”.
Complessivamente la riduzione/chiusura delle filiali bancarie nel luogo in cui si vive rende insoddisfatte 9 persone su 10. Il 91,2%, infatti, si dichiara non soddisfatto: di questi, il 68,8% è “per nulla” soddisfatto e il 22,4% è “poco” soddisfatto.
"Non si pensi solo al profitto"
“L'iniziativa ci ha consentito di raggiungere alcuni Comuni della nostra Regione e di parlare con molte persone che ci hanno raccontato il disagio per l’assenza di uno sportello che le costringe a spostarsi, anche di molti chilometri, per effettuare qualunque operazione bancaria, a dipendere dai figli o dai vicini di casa - commenta Ernestina Bellotti, segretaria generale Uilca -. Manca soprattutto il rapporto umano e il confronto con gli operatori del settore per assumere una decisione importante, come quella di mettere al sicuro i risparmi di una vita o per farsi aiutare nell’acquisto di una casa. Sosteniamo da sempre che la scelta di chiudere o lasciare aperta una filiale non debba essere legata solo ai margini di profitto e, dopo aver raccolto numerose testimonianze, siamo ancor più convinti della necessità di tornare a mettere il benessere delle persone al primo posto”.