Le cadute con danno verificatesi in ambito sanitario rappresentano uno dei sinistri più frequenti secondo il Report MedMal Marsh, che raccoglie i dati provenienti da 66 strutture sanitarie in 12 regioni italiane: è infatti al quarto posto per frequenza (5,6% sui sinistri totali) nel report 2020, nel report 2019 era la terza causa di richiesta di risarcimento danni per frequenza (9,9% sui sinistri totali).
Circa il 20% delle cadute richiede un intervento medico, il 5-10% causa una frattura, con tutto ciò che ne consegue in termini di costi umani ed economici, diretti e indiretti. Circa il 60% delle cadute è ritenuto prevenibile: in questi casi è fondamentale che operatori, pazienti e caregiver, consapevoli del rischio di caduta, collaborino in modo integrato e costante.
Le persone che cadono la prima volta, specie se anziani, presentano un rischio elevato di cadere nuovamente durante lo stesso anno e, come conseguenza del trauma, possono riportare danni anche gravi.
Il bisogno assistenziale di mobilizzazione e deambulazione richiede un’attenzione particolare da parte del personale sanitario, ai fini della prevenzione della caduta del paziente, per questo motivo è importante che personale esperto (fisioterapisti, terapisti occupazionali) educhi gli operatori sulle modalità corrette per una movimentazione personalizzata ed una deambulazione in sicurezza.
L’Azienda Sanitaria Locale Vco, per aumentare il livello di sensibilizzazione degli operatori a prevenire le cadute attraverso la gestione multidisciplinare del processo di cura, con focus sulla movimentazione del paziente già preso in carico dalla SOC Recupero Rieducazione Funzionale per il programma riabilitativo, ha individuato per tutte le unità operative aziendali una dotazione minima di ausili per la pianificazione delle azioni preventive nello specifico tema della mobilizzazione del paziente a rischio caduta mettendo a disposizione dei coordinatori DiPSa (Direzione delle Professioni Sanitarie) delle degenze e della radiodiagnostica e radioterapia un training individualizzato per la ricognizione di quanto già presente (tipologia di ausilio e obsolescenza), per un confronto in tema di mobilizzazione e gradualità nel cambio posturale e impiego dell’ausilio più appropriato alla condizione di quel paziente nei trasferimenti letto-carrozzina e viceversa, nella movimentazione a letto o in carrozzina, durante la deambulazione assistita. Grazie a ciò, ci si aspetta una tendenza in calo e una riduzione degli esiti.