Due giorni di commemorazioni, il 22 e il 23 giugno, per l'80° anniversario dell'eccidio nazifascista del 22 giugno 1944 all'alpe Casarolo in Val Grande, dove morirono nove partigiani e due alpigiani. Gli eventi sono stati organizzati dalla sezione Anpi di Premosello in collaborazione con diversi enti.
A Colloro il 22 giugno è stato presentato il libro "Partigiani di Valgrande" di Luca e Nico Tordini, a ricordo dell'eccidio nazifascista avvenuto 80 anni fa, durante il rastrellamento della Valgrande. Per l'occasione è stato invitato il coro "Volante Cucciolo".
La commemorazione ufficiale si è tenuta a Cuzzago il 23 giugno, con la messa a suffragio di tutti i caduti in Valgrande nel 1944. Erano presenti il gruppo Alpini, le autorità civili e militari, le sezioni Anpi di Premosello e Fondotoce-Mergozzo e le donne del Parco Valgrande. La cerimonia è stata molto sentita da parte dei cittadini.
L'orazione è stata tenuta dal giornalista e scrittore Enrico Fovanna, nipote del partigiano Enrico Fovanna morto al Casarolo, preceduta dai saluti del sindaco di Premosello Elio Fovanna e dalle letture di testi sui partigiani caduti Domenico Bonasera, Enrico Fovanna e Cleonice Tomasetti da parte di alcuni studenti di Premosello e Cuzzago.
Il presidente della sezione Anpi Divisione Valdossola di Premosello Adriano Luciano, nel suo intervento, ha fatto un collegamento tra la Repubblica dell'Ossola e i giorni nostri. Citando la figura di Ezio Vigorelli, padre dei due fratelli Adolfo e Bruno Vigorelli morti durante il rastrellamento in Val Grande, e quella dei genitori del bambino di Crotone ferito durante una partita di calcetto nel 2009 e morto dopo tre mesi di coma.
“Ezio Vigorelli - ha detto Adriano Luciano - nominato commissario di grazia e giustizia durante la Repubblica dell'Ossola, aveva abolito la pena di morte. Questo particolare è tra i motivi più importanti per cui la Repubblica dell'Ossola va ricordata e studiata ancora oggi e nel futuro. Giovanni Gabriele, padre del bambino morto a Crotone, con grande onore e dignità, durante una sua testimonianza da me ascoltata, ha detto di non desiderare la morte di chi ha ucciso il suo unico figlio di 11 anni; allo stesso tempo però pretende la carcerazione a vita per i responsabili della morte di suo figlio e che il perdono chiesto dagli assassini non va chiesto lui ma a Dio. Giovanni e Francesca, i genitori di Domenico, tutti i giorni vanno nelle scuole a palare di legalità. Questo per dire che ci sono persone che nonostante le loro ferite che non si possono rimarginare ci danno ancora un messaggio di speranza”.
In conclusione, il presidente dell'Anpi ha parlato dell'emergenza educativa dei giovani in particolare legati all'uso delle droghe: i principali ricavi della mafia, infatti, provengono dallo spaccio di droga. “Le dittature quella nazifascista – ha concluso Luciano - e quella mafiosa portano sempre distruzione e morte”.
Enrico Fovanna ha ricordato la figura di suo zio partigiano e si è soffermato in particolare sulla riconoscenza che dobbiamo avere oggi nei confronti di questi giovani morti in montagna per la libertà. La commemorazione è stata accompagnata da diverse canzoni cantate dalla vocalist e direttrice del coro femminile Gaudium di Domodossola Delfina Monica Morellini.