Nel fine settimana di sabato 21 e domenica 22 giugno, il bosco di Osso di Croveo è tornato a riempirsi di storie, ricordi e forti emozioni. A ritrovarsi sono stati gli ex "fanciulli" di Padre Michelangelo, coloro che da bambini furono accolti nella Casa del Fanciullo di Domodossola e che, in estate, venivano trasferiti nella colonia del "Treno dei Bimbi", un villaggio unico nel suo genere realizzato nel cuore della Valle Antigorio.
A raccontarlo è Germano Bacchetta, da anni promotore del raduno: "Abbiamo vissuto qui la nostra infanzia e adolescenza. Eravamo più di 120 bambini e in estate venivamo portati al Treno dei Bimbi, un luogo immerso nella natura, nato nel 1966 grazie a Padre Michelangelo con il supporto dell’allora ministro dei trasporti Oscar Luigi Scalfaro, poi Presidente della Repubblica". Il villaggio fu costruito con vecchi vagoni ferroviari, trasformati in spazi abitativi e comunitari, divenendo una colonia estiva.
Circa quaranta ex ragazzi, con le loro famiglie, hanno trascorso insieme la notte tra sabato e domenica, dormendo nelle cuccette – oggi rimodernate ma ancora intrise del profumo "strano e inconfondibile" dei vagoni degli anni '70 e '80 – e ritrovandosi a mangiare nel refettorio centrale. "È stato un tuffo nel passato. Quelle cuccette, quei corridoi, quel refettorio… sembrava non fosse passato un solo giorno", raccontano.
Il raduno ha assunto quest’anno un significato ancora più forte. Il futuro del Treno dei Bimbi è infatti incerto. La struttura potrebbe chiudere definitivamente, e con essa un pezzo importante della memoria collettiva ossolana. "È difficile accettare questo cambiamento – prosegue Bacchetta –. Sembra un brutto sogno. Ma dietro questo progetto c’è una lunga storia fatta di solidarietà. Non possiamo permettere che tutto vada perduto".
L’auspicio è che questo villaggio continui a vivere, magari con una nuova funzione ma sempre fedele alla sua missione originaria: essere un luogo per famiglie, bambini e giovani, dove natura, spiritualità e comunità si fondono. "Il Treno dei Bimbi – conclude Bacchetta – è un luogo che ci ha segnato. Qui abbiamo costruito amicizie vere, qui siamo diventati grandi. E ancora oggi, nel silenzio di questo bosco, i ricordi parlano forte".
Un viaggio nel passato che si spera non diventi una fermata definitiva, ma l’inizio di un nuovo futuro per un luogo che ha fatto la storia dell’infanzia e dell’accoglienza.