L'atleta paralimpica e senatrice Giusy Versace, da sempre in prima linea nella promozione dello sport paralimpico, e Francesco Messori, capitano della nazionale italiana amputati, ieri hanno portato nella sala dell'Unione Montana delle Valli dell'Ossola a Domodossola la loro testimonianza ad un incontro su sport e inclusione organizzato dall'associazione Libero Pensiero, con referente per il Vco Fabio Basta. Sia Giusy Versace, che si muove con due protesi dopo l'amputazione di entrambe le gambe in seguito a un incidente, che Francesco Messori, nato senza la gamba destra, hanno emozionato il pubblico e raccontato come la forza di volontà, lo sport, la famiglia e la fede li abbiano aiutati nel superare i limiti e a scoprire la forza interiore.
Calabrese, classe 1977, Giusy Versace, si muove su due protesi. Nell'agosto 2005 un grave incidente automobilistico la costringe all'amputazione di entrambe le gambe. La sua vita ha una svolta: da manager della moda, diventa atleta. Inizia a correre con le protesi in carbonio dal 2010, e dopo tre mesi è ai blocchi di partenza dei campionati italiani di atletica leggera. È la prima atleta italiana a correre con amputazione bilaterale e in 5 anni colleziona ben 11 titoli italiani, un record europeo nel 2012 e diversi record nazionali sui 60, 100 e 200 metri e 400 metri. “La disabilità - ha detto Giusy Versace - è una condizione che il più delle volte non ti trovi dalla nascita, ma nel corso della vita ognuno, in base all'ambiente che lo circonda, reagisce in modo diverso. Io ho compreso che alla fine la differenza non la fa quello che ti capita nella vita, ma la modalità con cui tu reagisci alle cose che ti capitano e la fanno le persone che ti stanno accanto. Io ho avuto accanto persone straordinarie che hanno creduto ancora più di me, che mi hanno stimolato, mi hanno aiutato, che mi hanno spinto ad alzare l'asticella. Ad aiutarmi nella rinascita è stata anche la fede. Nella mia vita non avevo messo in conto di correre. Tutto il bagaglio che ho acquisito nella mia nuova vita da persona con disabilità provo a portarlo negli incontri in tante iniziative e in parlamento per migliorare le leggi, per sensibilizzare i colleghi, per prestare la mia voce a chi pensa di non averla abbastanza forte. Sia io che Francesco abbiamo pensato che potevamo essere esempio e stimolo per qualcun altro che pensa di potercela fare, che è da solo. Oggi più che mai lo sport ha un ruolo fondamentale, in particolare per combattere il disagio giovanile. La vita è faticosa per tutti, noi ci dobbiamo allenare a reagire, lo sport oggi offre un preziosissimo strumento nelle scuole ai ragazzi. Lo sport per prima cosa ti stacca dal cellulare. Facendo sport incominci a socializzare con il mondo che ti circonda”.
Francesco Messori, 26 anni, aveva un sogno simile a quello di molti: diventare un calciatore. Sogno che è riuscito a realizzare pur essendo nato senza la gamba destra. Non si è arreso e contro ogni ovvietà ha giocato a calcio. “Inizio a farlo con la protesi – ha detto - ma poi decido di abbandonarla, mi faceva sentire più disabile di quanto lo fossi senza”. La naturale condizione del giovane calciatore è quella di essere senza una gamba, la protesi è una limitazione alla sua libertà di movimento. Meglio le stampelle. E con questo ausilio continua a giocare, abbandona il ruolo di portiere finisce per schierarsi al centro del campo. “Il Centro Sportivo Italiano – ha raccontato Francesco - ha creduto che fosse possibile, per me, giocare con le stampelle”. Le regole del Csi erano ben precise: non era consentito entrare in campo con nulla e le stampelle potevano rappresentare un pericolo. Nel 2011 alla guida dell'organizzazione c'era Massimo Achini, che decise di cambiare le regole. Francesco da quel momento può non solo allenarsi con i normodotati, ma anche giocare nei campionati ufficiali. Il desiderio del calciatore rimane comunque quello di un confronto alla pari. Per questo, nel 2012, crea un gruppo Facebook dove recluta ragazzi con il suo stesso sogno. “Quello che è accaduto è stato un miracolo, i ragazzi hanno risposto da tutta l’Italia – dice con gioia Francesco - e sono convinto ci sia stato uno sguardo più alto che ha guidato questa iniziativa, perché questa realtà ha fatto, fa e farà sempre bene, a quanti pensavano che la vita fosse finita.” L’8 dicembre 2012 il Csi ufficializza la nascita della Nazionale di calcio italiana amputati. “Lo sport può essere motivo di rinascita le persone giocando a calcio con le stampelle-ha detto Messori - non vengono più viste come quando camminano in giro per strada nel paese come persone menomate, ma vengono viste per quello che riescono a fare con ciò che hanno o meglio con ciò che gli è rimasto”.
La serata è stata moderata dal giornalista Luca Bilardo. Prima dell'intervento degli ospiti hanno portato il loro saluto il presidente della provincia del Vco Alessandro Lana, l'assessore allo sport del comune di Domodossola Gianluca Iervasi, il senatore Massimo Berutti, sono seguiti due brevi interventi di Fabio Basta, referente per il Vco dell'Associazione Libero Pensiero, e Pino Iannò, presidente dell’Associazione Libero Pensiero e consigliere comunale di Torino. Al termine sono intervenuti la presidente del Gsh Sempione Elisabetta Saccà, il nuovo presidente della Fidal Vco Daniele Frattini e i rappresentanti di associazioni sportive. Fabio Basta ha detto di aver pensato a questo convegno a Domodossola su sport e inclusione dopo aver partecipato all'evento Sport e Pace a Roma al quale aveva preso parte Giusy Versace.