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Attualità | 24 luglio 2025, 18:00

Atti vandalici in alta quota, la protesta del Cai Vigezzo: "Non è questa la montagna che vogliamo"

Il presidente della sezione Tiziano Maimone: "Anche i nostri rifugi subiscono comportamenti poco rispettosi. Non concederemo più l'utilizzo ai responsabili"

Atti vandalici in alta quota, la protesta del Cai Vigezzo: "Non è questa la montagna che vogliamo"

“Non passa giorno che non si leggano sui social e sulla stampa notizie che si riferiscono ad atti vandalici o danneggiamenti vari in montagna e in quota”. 

Esordisce così, in una nota, Tiziano Maimone, presidente del Cai sezione Valle Vigezzo. “La sezione che ho l’onore di presiedere, Valle Vigezzo, come noto dispone di quattro rifugi non gestiti in angoli del territorio ancora lontani dal turismo di massa. Eppure, anche noi dobbiamo registrare comportamenti che poco hanno a che fare con quello che ci hanno insegnato i nostri vecchi di come andare in montagna”.

“Sciacquoni dei gabinetti non tirati con ancora in bella evidenza feci o altro, spazzatura lasciata in bella vista, sporcizia sul pavimento e anche semplicemente dimenticare la finestra aperta – prosegue Maimone -. Ebbene sì, anche dimenticare la finestra aperta non è segno di educazione e di rispetto per chi verrà al rifugio qualche giorno dopo; da quella finestra potranno entrare liberamente anche i topi o altri “animaletti” che saranno una bella sorpresa per i nuovi arrivati. Questi comportamenti dimostrano una generale negligenza nell’utilizzare i rifugi e le relative dotazioni e soprattutto una mancanza di rispetto verso il silenzioso lavoro dei volontari della sezione che si adoperano impegnando giorni di ferie o riposo e fine settimana per mantenere in ordine e in efficienza questi rifugi. Rifugi che rappresentano punti avanzati di sosta e pernotto all’interno dei nostri monti. Rifugi che stanno cambiando anche lo scopo per cui vengono utilizzati: da ricoveri e punti di partenza per escursioni impegnative o ascensioni si stanno trasformando in luoghi dove festeggiare un compleanno o l’addio al celibato”.

“Se si dovessero ripetere ancora questi comportamenti – conclude il presidente del Cai Vigezzo - siamo fortemente decisi a non concedere più l’utilizzo dei nostri rifugi a chi verrà identificato responsabile di questi atti e comportamenti. In montagna si va preparati, educati e con rispetto! Lo ripeto: non è questa la montagna che vogliamo!”.

l.b.

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