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Digitale | 17 novembre 2025, 14:20

La Sicurezza dei Lavoratori Itineranti: Obblighi e Responsabilità del datore di lavoro (D.Lgs. 81/08)

L'evoluzione dei modelli di business e l'accelerazione della service economy hanno ampliato in modo esponenziale la platea dei cosiddetti lavoratori itineranti.

La Sicurezza dei Lavoratori Itineranti: Obblighi e Responsabilità del datore di lavoro (D.Lgs. 81/08)

Figure professionali come tecnici manutentori, consulenti, agenti di commercio e personale di assistenza domiciliare operano per definizione al di fuori del perimetro fisico tradizionale dell'azienda. La loro attività si svolge "su strada", presso le sedi dei clienti o in location non standardizzate.

L'evoluzione dei modelli di business e l'accelerazione della service economy hanno ampliato in modo esponenziale la platea dei cosiddetti lavoratori itineranti. Figure professionali come tecnici manutentori, consulenti, agenti di commercio e personale di assistenza domiciliare operano per definizione al di fuori del perimetro fisico tradizionale dell'azienda. La loro attività si svolge "su strada", presso le sedi dei clienti o in location non standardizzate.

La gestione della salute e sicurezza per tale tipologia di lavoratori identifica un'area operativa complessa per la governance aziendale. Spesso, si verifica una sottovalutazione dei rischi associati alla mobilità, oppure una difficoltà oggettiva nell'applicare i presìdi di tutela previsti dal Decreto Legislativo 81/08. Il datore di lavoro (DL) mantiene intatte le sue responsabilità civili e penali, anche quando il dipendente opera a centinaia di chilometri dalla sede.

L'analisi si concentra sugli obblighi indelegabili del management e sulle strategie proattive per la mitigazione del rischio. La conformità normativa cessa di essere un mero adempimento burocratico e diviene di base per la sostenibilità sociale e l’efficienza gestionale. L'innovazione tecnologica, in tale contesto, assume il ruolo di abilitatore strategico per una gestione del rischio basata sui dati.

Il Perimetro Normativo: il D.Lgs. 81/08 e il lavoro itinerante

Il Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/08) stabilisce un principio cardine: il datore di lavoro è il titolare di una posizione di garanzia nei confronti dell'integrità psico-fisica di tutti i lavoratori. La norma non opera distinzioni basate sulla localizzazione della prestazione lavorativa.

L'errore concettuale più comune è assimilare la sede aziendale all'unico "luogo di lavoro". Per il lavoratore itinerante, il luogo di lavoro è un concetto dinamico: include il veicolo aziendale (o personale, se usato per mansioni lavorative), il tragitto stesso (se qualificato come orario di lavoro), e le sedi operative dei clienti o degli utenti.

L'articolo 2 del D.Lgs. 81/08 definisce il lavoratore come "persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato". L'obbligo di sicurezza sorge in virtù dell'inserimento del lavoratore nell'organizzazione aziendale. Di conseguenza, il datore di lavoro deve valutare tutti i rischi ai quali il dipendente è esposto nell'esecuzione della sua mansione, inclusi quelli generati da ambienti non sotto il suo diretto controllo.

L'Identificazione dei Rischi Specifici per i Lavoratori "On the Road"

La prima fase della due diligence del datore di lavoro è una valutazione dei rischi (DVR) che superi l'analisi dei soli ambienti interni. Per la popolazione itinerante, i profili di rischio sono molteplici e spesso interconnessi.

Il rischio stradale: L’area di maggiore criticità

Il rischio stradale è statisticamente il fattore predominante di infortunio grave o mortale per i lavoratori mobili. L'analisi deve includere diversi elementi. Occorre valutare i fattori umani, come stanchezza, stress da traffico, pressione sulle tempistiche di consegna o appuntamento, utilizzo di dispositivi mobili during la guida (distrazione) e l'assunzione di farmaci o sostanze.

Si prosegue con i fattori veicolari, quali l'idoneità del mezzo alla mansione, il suo stato di manutenzione (pneumatici, freni, sistemi di sicurezza attiva e passiva) e la corretta gestione della flotta. Si aggiungono poi i fattori organizzativi, come la pianificazione di viaggi e trasferte; una pianificazione surreale, che impone ritmi serrati o guida notturna non programmata, induce comportamenti a rischio. Infine, non si trascurano i fattori ambientali, quali condizioni meteorologiche, stato del manto stradale e traffico.

Rischi ergonomici e psico-sociali

La valutazione non può limitarsi all'incidente stradale, occorre infatti considerare l'ergonomia, tramite l’analisi di posture incongrue mantenute per periodi prolungati alla guida, le vibrazioni del mezzo e il movimento manuale di carichi (attrezzature, campionari) presso le sedi dei clienti, spesso in condizioni logistiche non ottimali. Parallelamente, si valutano i rischi psico-sociali: il lavoratore itinerante sperimenta sovente isolamento e lo stress correlato al lavoro può derivare dalla gestione autonoma di imprevisti, dalla pressione commerciale, dall'ansia legata al raggiungimento delle destinazioni e dalla difficoltà di conciliazione tra vita professionale e privata (orari flessibili ma spesso dilatati).

Rischi presso terzi (rischio interferenziale)

Quando il lavoratore accede alla sede del cliente (cantiere, ufficio, stabilimento produttivo), si espone a rischi non direttamente controllati dalla propria azienda. Il D.Lgs. 81/08, attraverso l'articolo 26, impone un obbligo di cooperazione e coordinamento (formalizzato nel DUVRI, ove applicabile) per gestire i rischi interferenziali. Il datore di lavoro del tecnico itinerante deve informare il dipendente sui rischi specifici del sito di destinazione e accertarsi che il committente adotti le misure di protezione adeguate.

Obblighi del datore di lavoro: valutazione, formazione e controllo

Di fronte a tale panorama, gli obblighi del DL si articolano su più livelli, tutti essenziali per costruire un sistema di gestione efficace e per tutelare l'azienda da responsabilità legali.

La redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) deve esplicitare l'analisi dei rischi menzionati. Non basta citare il "rischio stradale"; occorre dettagliare le mansioni specifiche, i mezzi utilizzati, le procedure di viaggio e le misure di prevenzione adottate.

La formazione e l'informazione sono centrali. Il lavoratore deve essere formato oltre che sui rischi generici, anche specificamente sulla guida sicura, sulla gestione della fatica, sull'uso corretto degli strumenti tecnologici (navigatori, smartphone) e sulle procedure da adottare in caso di emergenza o incidente. La formazione deve essere specifica, documentata e periodicamente aggiornata.

Inoltre, il DL deve definire procedure operative chiare. Tali procedure includono la pianificazione delle manutenzioni dei veicoli, la definizione di policy sull'uso dei cellulari alla guida, la gestione delle pause obbligatorie e la pianificazione di itinerari che ottimizzino i tempi e riducano l'esposizione al rischio.

L’innovazione tecnologica come supporto alla gestione proattiva del rischio

Dimostrare di aver adempiuto agli obblighi formativi è necessario, ma spesso insufficiente a prevenire l'evento, né a dimostrare una piena gestione proattiva del rischio. Come può il management monitorare l'efficacia delle misure adottate e intervenire sui comportamenti a rischio prima che essi sfocino in un incidente?

Qui interviene l'innovazione tecnologica applicata alla gestione delle flotte e alla sicurezza. La telematica avanzata, integrata nei veicoli aziendali, supera la semplice funzione di geolocalizzazione e diviene uno strumento di safety governance.

Oltre alla formazione, l'azienda può dimostrare di aver agito proattivamente tramite l’adozione di strumenti per analizzare i comportamenti a rischio. Un software per la gestione delle flotte aziendali con un modulo di analisi dello stile di guida è lo strumento oggettivo che aiuta a identificare i rischi e a intervenire prima che avvenga un incidente.

Piattaforme avanzate, come SafeFleet, aggregano dati in tempo reale (accelerazioni brusche, frenate improvvise, velocità eccessiva in determinati segmenti, curve strette) e li trasformano in insight azionabili. L'analisi dei comportamenti di guida serve a definire una strategia di Behavior-Based Safety (BBS), non è un controllo punitivo. Tali sistemi aiutano l'azienda in diverse aree, dall’oggettivare il rischio, tramite l’identificazione dei conducenti o le aree geografiche con profili di rischio più elevati, fino al supporto nella personalizzazione della formazione, con interventi di coaching mirati, basati su dati reali, anziché su formazione generica.

Inoltre, sono utili per promuovere l'autocorrezione, poiché molti sistemi prevedono feedback in tempo reale al conducente, che favoriscono l'adozione di uno stile di guida più prudente ed efficiente. Infine, tali soluzioni sono essenziali per documentare la proattività: in sede legale, la disponibilità di report oggettivi e la dimostrazione di aver agito su tali dati (es. tramite formazione successiva) rafforzano la posizione del datore di lavoro, che dimostra di aver esercitato attivamente l'obbligo di vigilanza.

Sostenibilità sociale e vantaggi gestionali della sicurezza stradale

Un approccio strutturato alla sicurezza dei lavoratori itineranti trascende la mera compliance normativa e si inserisce appieno nei moderni paradigmi di sostenibilità e gestione innovativa.

Dal punto di vista della Sostenibilità Sociale (la "S" dei criteri ESG), la tutela proattiva del capitale umano è un valore primario. Ridurre l'incidentalità significa proteggere la salute dei collaboratori, ridurre l'assenteismo e migliorare il clima aziendale.

Dal punto di vista della Gestione Aziendale, i benefici sono tangibili e misurabili. Una flotta sicura è anche una flotta efficiente. L'analisi dello stile di guida, ad esempio, porta quasi sempre a una riduzione dei consumi di carburante (guida meno aggressiva) e a una diminuzione dei costi di manutenzione (minore usura di freni e pneumatici). Si riducono i premi assicurativi, si evitano i costi diretti (franchigie, riparazioni) e indiretti (fermo veicolo, ritardi nelle consegne, danni di immagine) legati agli incidenti.

L'adozione di tecnologie di monitoraggio supporta anche l'ottimizzazione dei percorsi e la pianificazione logistica, con un impatto positivo sull'efficienza operativa generale.

Verso un modello integrato di tutela

La sicurezza dei lavoratori itineranti non ammette deleghe o improvvisazioni. La responsabilità del datore di lavoro è piena e si estende ben oltre i cancelli aziendali, così da andare a seguire il lavoratore lungo le strade e presso le sedi dei clienti.

Un modello integrato di gestione efficace non può più basarsi solo sulla formazione periodica. Deve evolvere verso un sistema che includa: una valutazione dei rischi (DVR) dinamica e specifica; procedure operative che promuovano la sicurezza (pianificazione, manutenzione); e l'adozione di strumenti tecnologici avanzati.

L'impiego di software per l'analisi dello stile di guida e la gestione della flotta abilita una sicurezza predittiva e basata sui dati. Trasforma un obbligo legale in un'opportunità strategica per proteggere le persone, ottimizzare i costi e rafforzare la governance e la sostenibilità dell'intera organizzazione.









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I.P.

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