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Confine | 31 maggio 2021, 17:40

Gestione lupo, allevatori del Vco e svizzeri hanno manifestato al Giro d'Italia

Per i pastori l'aumento eccessivo dei grandi carnivori rischierebbe di “minacciare in modo serio la sopravvivenza della cultura rurale alpina”

Gestione lupo, allevatori del Vco e svizzeri hanno manifestato al Giro d'Italia

Hanno manifestato sabato lungo il percorso della 20ma tappa del Giro d'Italia, che il 29 maggio ha sconfinato in territorio elvetico, gli allevatori del Vco e quelli svizzeri. L'obiettivo è sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla gestione di lupi e grandi carnivori nelle zone alpine. Per i pastori l'aumento dei predatori rischierebbe di “minacciare in modo serio la sopravvivenza della cultura rurale delle Alpi”.

Insieme agli allevatori elvetici, abbiamo deciso di esternare, con dei manifesti lungo il percorso, la nostra preoccupazione e un grido d'aiuto per il grave problema che colpisce in egual modo gl allevamenti e le popolazioni rurali di queste due nazioni alpine: cioè la presenza di grandi carnivori protetti, le cui popolazioni sono in continua e forte crescita e i quali liberamente e per lo più impunemente si procurano cibo sui nostri pascoli alpini. Predando quindi i nostri animali” spiega il Comitato Salvaguardia Allevatori Vco.

Consci del grave lutto che pervade la nostra provincia in seguito al disastroso incidente avvenuto sulla funivia del Mottarone il fine settimana scorso, abbiamo comunque promosso questa azione pacifica per porre l'attenzione su questo grave problema -sottolinea il Comitato- poiché esso sta minacciando in modo serio la sopravvivenza della cultura rurale Alpina, la quale da secoli plasma i nostri bei paesaggi rendendoli e mantenendoli sempre appetibili ed apprezzabili anche dai turisti e che fa dell'Ossola, del Ticino, del Grigioni e delle Alpi in genere, dei giardini così apprezzati, preziosi e ricchi di biodiversità”.

L'intento delle azioni pacifiche messe in campo sabato -conclude il comitato- è quello di porre l'attenzione delle Nazioni e delle regioni/cantoni sul problema e invitarli finalmente a gestire la propria fauna selvatica in modo che essa non nuoccia: né ai singoli cittadini e alle loro attività rurali né, in più larghi termini, al patrimonio territoriale alpino in se stesso”.






C.S.

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