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Provincia | 10 dicembre 2021, 19:00

La sicurezza sul lavoro passa dalle scuole del VCO

Corsi per gli studenti dell'ultimo anno con un progetto elaborato dall’Ufficio scolastico su indicazione della cabina di regia coordinata dalla Prefettura: coinvolti oltre 1.400 allievi

La sicurezza sul lavoro passa dalle scuole del VCO

Un corso di sicurezza sul posto di lavoro per gli studenti delle quinte delle scuole medie di secondo grado e degli allievi all’ultimo anno dei centri di formazione professionale: 1.410 ragazzi in tutto.

Questo, in sintesi, il progetto 'Il Mio futuro in sicurezza' elaborato dall’Ufficio scolastico provinciale su indicazione della cabina di regia coordinata dalla Prefettura cui aderiscono Spresal prevenzione e salute nei lughi di lavoro) di Asl Vco, direzioni provinciali di Inps e Inail, Ispettorato del Lavoro di Novara e Vco, il Tribunale di Verbania con il sostituto procuratore Nicola Mezzina, noto come pubblico ministero nei processi per le morti e le lesioni colpose da amianto all’ex Montefibre. Tra gli aderenti anche associazioni imprenditoriali come Ance (costruttori edili), Confartigianato e i sindacati confederali. Il primo incontro già la prossima settimana, martedì 14, con un incontro riservato agli insegnanti coinvolti nel progetto.

Questa mattina, nell’aula magna del Ferrini Franzosini, la presentazione dell’iniziativa del prefetto, Angelo Sidoti e Angelo Iaderosa dell’ufficio scolastico. “Due sono gli eventi che m’hanno indotto ad organizzare il corso – ha esordito il prefetto, Angelo Sidoti – la tragedia di Prato, costata la vita ad una giovane operaia, e quella a noi vicina della funivia del Mottarone. È importante che i ragazzi che stanno per affacciarsi al mondo del lavoro preferiscano un lavoro in regola in ambienti dove vengono rispettate le misure di sicurezza a uno, magari più remunerativo, dove queste garanzie non ci sono”. “Gli studenti cui si rivolge il corso – aggiunge Iaderosa – sono già in parte formati grazie all’alternanza suola lavoro”.


Si parte da un racconto, 'Piccola storia di lavoro'. Dalla cena di classe di una “mitica” quinta B dell’istituto “Italo Calvino”, nome di fantasia (a Verbania nessuna scuola è dedicata allo scrittore). Dalla cena di classe di congedo dai professori, dalla scelta di un lavoro per pagarsi gli studi universitari espatriare per farsi un idea del mondo e fare esperienza. Tra un lavoro in nero a 2000 euro in un campeggio per poco più di un mese e un lavoro estivo, in regola, per 1000 ma in regola in un bar della val Formazza e con le condizioni di sicurezza rispettate, i ragazzi del racconto preferiscono il secondo.

Redazione

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