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Sanità | 10 gennaio 2022, 18:30

Contagi Omicron, in Svizzera cresce la preoccupazione

Il direttore di virologia dell’università di Zurigo: “Servono misure urgenti e severe per rallentarne e ritardarne la diffusione”

Contagi Omicron, in Svizzera cresce la preoccupazione

Natalie Rickli, responsabile della sanità pubblica del Cantone di Zurigo prevede che l’intera Svizzera sarà presto colpita da un’ondata terribile di infezione Omicron. Sarà un’ondata che non saremo in grado di bloccare.

Dello stesso parere Cornel Fraefel, direttore dell’Istituto di virologia dell’Università di Zurigo che aggiunge: “Servono misure urgenti e stringenti, misure severe che non saranno in grado di fermare Omicron ma di rallentarne e ritardarne la diffusione”.

Natalie Rickli – e come lei numerosi specialisti – stima che questa ondata sarà molto forte ma di breve durata. Possiamo prevedere un ritorno alla normalità entro fine febbraio o al massimo, nella prossima primavera. A quel punto il virus dovrebbe diventare endemico e circolerà come una normale influenza.

Mercoledì prossimo, 12 gennaio, sarà il Consiglio Federale a varare le nuove misure di contrasto alla pandemia. Da più parti si ipotizza che per contrastare il rapido aumento dei contagi verrà limitata maggiormente la capacità di afflusso nei luoghi pubblici, nei ristoranti, nei supermercati e nelle grandi manifestazioni. Altra ipotesi sarebbe che il Consiglio Federale obblighi i Cantoni ad aumentare i loro investimenti atti ad aumentare il numero dei posti di terapia intensiva.

Nel frattempo in alcuni Cantoni sono stati chiusi d’autorità alcuni Centri Vaccinali privati non risultati conformi alla normativa federale. Il business dei tamponi test Covid-19 ha creato un ingente fatturato. Secondo l’Ufficio Federale della Sanità ha certificato che, fra luglio 2020 e giugno 2021 la Confederazione ha pagato 776 milioni di franchi. Nella sola settimana dal 27 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022 sono stati effettuati in Svizzera 312.162 test PCR e 96.364 test rapidi.

Walter Bettoni

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