/ Politica

Politica | 28 aprile 2022, 11:30

“Con proposta Lega su concessioni idroelettriche i 'padroni delle acque' saranno i fondi finanziari internazionali”

Borghi: “Il Pd, nel solco della sua vocazione di partito di territorio e della volontà di mettere al centro l'interesse e il bene comune, non si accoderà a questa deriva”

“Con proposta Lega su concessioni idroelettriche i 'padroni delle acque' saranno i fondi finanziari internazionali”

Quando, nel 2001, organizzammo come Uncem gli Stati Generali della Montagna al Lingotto di Torino, nel documento introduttivo dedicammo ampio spazio al tema dell'energia idroelettrica.

Ci aiutò nell'analisi Aldo Bonomi, intelligente sociologo di territorio, che coniò il termine 'padroni delle acque' per descrivere l'evoluzione dei concessionari di grande derivazione idroelettrica, che utilizzavano -e utilizzano- le acque (pubbliche) prodotte dai territori montani per poi reinvestire altrove il plusvalore.

Erano gli anni in cui Enel investiva in Wind, e i profitti generati dallo sfruttamento di una importante risorsa naturale alimentavano gli investimenti finanziari di grandi concessionari (spesso pubblici) dentro una dimensione sostenuta anche dal centrosinistra dell'epoca, che iniziava la sua involuzione territoriale anche su questo campo.

Era la rottura del 'patto delle acque' tra concessionari e territori, che fino a quegli anni era fondato sull'accettazione dello sfruttamento territoriale in cambio di posti di lavoro sia diretti (la famosa "mamma Enel" di molte vallate) sia indiretti con gli appalti di manutenzione assegnati alle imprese edili dei territori e in cambio di canoni che sostenevano le spesso esangui finanze dei comuni montani.

Fu anche dietro a questa rottura che si insinuò nei territori un sentimento di frustrazione e di antagonismo verso il 'centro', sentimento che fu il terreno di incubazione della Lega nella sua versione bossiana, federalista e indipendentista e saldamente collocata sul versante destro dello schieramento politico.

La Lega Nord drenò moltissimo consenso popolare, che originariamente si spalmava nei tradizionali partiti della Prima Repubblica (ivi compreso il Partito Comunista Italiano) anche sulla scorta di un rivendicazionismo e di un grido: padroni a casa nostra. E il tema dell'acqua era emblematico, caratterizzante, quasi identitario.

Ho ripensato al tema dei 'padroni delle acque' quando ieri la 'destra di governo' (sia pure con significative differenziazioni e sfumature dentro Forza Italia) ha presentato al Senato una proposta di riformulazione dell'articolo 5 sul ddl concorrenza, che tende ad introdurre la cosidetta 'finanza di progetto' per l'affidamento delle concessioni idroelettriche.

Dentro una piroetta che recide tutte le sue posizioni storiche, la Lega è riuscita a sostenere che bisogna assolutamente fare le gare per l'affidamento delle concessioni idroelettriche (senza porsi troppi problemi sul versante della sicurezza nazionale), purchè sia la Regione a determinare tutte le condizioni (e quindi affidando ogni diritto reale anche dei territori nelle mani della burocrazia regionale e del cacicco di turno), ma non paga ha ben pensato che bisogna anche introdurre come elemento scriminante e fondamentale per l'affidamento delle concessioni la finanza. Non il progetto industriale, non il rapporto con il territorio, non gli elementi di salvaguardia ambientale e di investimento nella modernizzazione degli impianti. No, l'elemento decisivo e fondamentale per loro è la finanza. 'Articolo quinto, chi ha i soldi in tasca ha vinto' verrebbe da dire!

Non ci vuole molto a capire come finirebbe questa storia, se si dovesse sdoganare questa concezione: lo scatenamento dei fondi finanziari internazionali, il loro abbattimento sui bandi di gara e la possibilità -nell'era del capitalismo politico- anche di fondi sovrani stranieri estranei al nostro sistema di alleanza e di difesa di diventare i nuovi 'padroni delle acque'.

Con i territori e i loro rappresentati zittiti e blanditi con la promessa di fantasmagorici aumenti di canoni che non ci saranno.

Peraltro, che la 'destra di governo' voglia privilegiare chi ha tanti soldi in tasca non ci deve stupire più di tanto.

Sorprende di più l'accondiscendenza del Movimento 5 stelle, che dopo essere nato e cresciuto all'insegna dell'Acqua Bene Comune ora -almeno nelle dichiarazioni di alcuni suoi esponenti parlamentari- sostiene il processo di finanziarizzazione dello sfruttamento dell'acqua ai fini idroelettrici.

È di tutta evidenza che il Partito Democratico, nel solco della sua vocazione di partito di territorio e della volontà di mettere al centro l'interesse e il bene comune, non si accoderà a questa deriva”.

Così il deputato ossolano del Pd Enrico Borghi.

C.S.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore