La Rete +di194voci denuncia nuovamente il finto buonismo patriarcale che soggiace ai diversi provvedimenti che la Regione Piemonte sta portando avanti rispetto ai diritti, autodeterminazione e corpi delle donne, delle soggettività lgbtqia+ e rispetto alle famiglie e alla genitorialità.
Durante i lavori di approvazione del bilancio della Regione infatti la maggioranza di Giunta ha proposto e votato lo stanziamento di ben 1 milione di euro per il fondo vita nascente. Contestiamo che soldi pubblici siano utilizzati per campagne ideologiche! Esiste già la legge 194/78 che ha dato negli anni ottimi risultati attraverso la prevenzione e la diminuzione delle interruzioni di gravidanza.
I percorsi di aiuto pubblico alle donne gestanti in ordine al riconoscimento o non riconoscimento del nascituro e all’esigenza di segretezza del parto sono situazioni molto diverse tra loro e, da sempre, sono prese in carico dal servizio pubblico. E’ sconcertante la totale mancanza di rispetto nei confronti delle donne. Le gestanti in difficoltà, quelle di cui sulla carta dovrebbe occuparsi il fondo, sono attualmente prese in carico dai gestori delle funzioni socio-assistenziali dei Comuni e dei Consorzi, così come i Consultori pubblici svolgono le funzioni loro assegnate dalla legge.
Come già denunciato l’anno scorso, la regione ha costruito un’impalcatura privata (ottobre 2022) - per il 99% costituita da associazioni integraliste antiabortiste - accanto a quella pubblica, svalorizzata e non sostenuta con un rafforzamento di strutture e organici. Questa regione, e lo stesso governo, non parla mai di “prevenzione” che è la premessa per far sì che si realizzino condizioni favorevoli per la scelta consapevole di maternità, ad esempio promuovendo la gratuità della contraccezione. Tutte le statistiche ci dicono che questa scelta, non semplice, è meno legata meno a problemi economici e più alla precarietà del lavoro e di vita e alla legittima scelta di autodeterminare le proprie vite.
Noinon ci sentiamo parte di questa narrazione e chiediamo
- l'attivazione di tutte le misure di prevenzione, compresa la contraccezione gratuita
- il pieno riconoscimento del lavoro pubblico e del suo valore attraverso il potenziamento dei servizi sociali e del personale e dei consultori per tutte le fasce d'età
- la piena tutela della salute sessuale e riproduttiva per tutte
- il ricorso alle tecniche più moderne e l'immediata attivazione dei percorsi per l'aborto farmacologico nei consultori e la riapertura di un consultorio a Vallette
- il vero sostegno al reddito, alla genitorialità e al welfare e il contrasto alla precarietà del lavoro
Siamo stanche di questa narrazione che colpevolizza le persone più fragili, anche economicamente: non si può risolvere tutto con una mancetta patriarcale! I servizi socio-assistenziali e sanitari pubblici sostengono già chi è in difficoltà, non sono pochi euro che autodeterminano la scelta, così importante e delicata, di abortire. La Rete +di194voci continua a denunciare e scendere in piazza per contrastare i provvedimenti regionali e nazionali che colpiscono i diritti, l’autodeterminazione e corpi delle donne, delle soggettività lgbtqia+ e delle persone migranti.