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Digitale | 23 dicembre 2023, 10:00

Gioco, il riordino del settore e le nuove concessioni: rischio costo elevato

Si torna a parlare di riordino del settore del gambling, con una riforma che nel 2024 dovrebbe prendere corpo, tra prospettive di crescita e nuovi allarmi lanciati dalle associazioni di categoria.

Era il 2018, gli operatori del gioco e le associazioni scesero in piazza per chiedere la modifica della Legge Regionale del Piemonte in materia di gambling pubblico. Sindacati e lavoratori protestavano, a Torino, sotto la sede del Consiglio Regionale, per contrastare la perdita di posti di lavoro che sarebbe seguita all’entrata in vigore della normativa, che mirava ad espellere oltre il 90% del gioco legale sul territorio.

Cinque anni dopo i rischi per la filiera del gambling tornano ad essere alti. Stavolta è direttamente la legge nazionale, con la riforma del gioco pubblico messa in cantiere dal Governo Meloni, a minare la crescita sostenibile del settore. “Per adesso stiamo parlando di provvedimenti che sono usciti solo tramite bozze, tramite agenzie stampa e tramite voci di corridoio – spiega Rinaldi, redattore di Casino Sicuro – ma che presto arriveranno al Consiglio dei Ministri. Quello che le associazioni chiedono è che la manovra venga prima coordinata e condivisa con la filiera e i suoi rappresentanti”.

Di questo e di tanto altro si è parlato, infatti, alla conferenza “Gioco: un solo mercato, un solo riordino”, promossa dall’Istituto Milton Friedman presso la Camera dei Deputati. Tra i partecipanti anche Moreno Marasco, presidente di Logico, la Lega Operatori del Canale gioco online, che si è detto preoccupato soprattutto dei costi di concessione, che al momento dovrebbero aggirarsi sui 7 milioni di euro. “Allo stato attuale delle cose solo pochi concessionari potrebbero accedere alla gara – continua Rinaldi – con un rischio sul mercato del gambling che potremmo sintetizzare in due aspetti: la perdita di posti di lavoro e la limitazione del presidio di legalità offerto da tante agenzie, aziende e brand del gioco pubblico, che con così non potrebbero più partecipare al settore”.

L’incremento del prezzo, infatti, sarebbe del 35% rispetto ai valori iniziali e si passerà dalle 91 licenze di oggi a grosso modo 20. “Una riduzione delle concessioni che andrà di pari passo a una riduzione del gettito erariale – conclude Rinaldi di Casino Sicuro – visto che se confermata la manovra permetterà un incasso di massimo 140 milioni di euro. Con altre ipotesi, invece, le entrate erariali sarebbero sicuramente più alte”. C’è ancora tempo, insomma, per mettere mano a una riforma che viene attesa da tantissimo tempo ma che, per adesso, sarebbe percepita come contraria allo sviluppo del settore. La speranza, dunque, è quella di un tavolo di confronto. Per arrivare preparati e uniti a una nuova pagina del gioco italiano.

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