Giovedì 19 settembre alle 10.00 nella Cappella Mellerio di Domodossola si tiene la giornata di studio sulla Repubblica Partigiana dell'Ossola per la riforma della scuola.
L’iniziativa si inserisce nel vasto programma dell'80° anniversario della Repubblica dell'Ossola promosso dal comune di Domodossola. È organizzata dall'istituto storico della Resistenza e della società contemporanea "Piero Fornara" di Novara e Verbano Cusio Ossola, in collaborazione con l'associazione Gessetti Colorati - Risorse per la Scuola di Ivrea, il Museo della Resistenza "Alfredo Di Dio" di Ornavasso e Ars.Uni.Vco. La giornata di studi ha come tema principale la “riforma scolastica” approntata dalla commissione didattica consultiva della giunta provvisoria di governo ossolana nei quaranta giorni. Il liceo artistico Rosmini indirizzo audiovisivo/multimediale interviene per le registrazioni a documentazione della giornata.
Partendo da un luogo definito, Domodossola - sede della giunta provvisoria di governo dell'Ossola liberata che nominò una commissione didattico-consultiva per la defascistizzazione della scuola - Elena Mastretta, direttrice scientifica dell'Isrn "Piero Fornara" di Novara e Verbano Cusio Ossola, e Grazia Vona, professoressa membro del comitato scientifico dello stesso istituto storico, presentano le innovazioni introdotte per l'anno scolastico 1944/45, che avrebbe dovuto iniziare il 15 ottobre 1944. La controffensiva nazifascista, con la caduta di Domodossola, di fatto non consentì l'inizio del nuovo anno scolastico con la messa in atto dei nuovi programmi; tuttavia, ci restano delle riflessioni e degli orientamenti che si possono considerare attuali anche per il presente.
Prosegue Gianni Picenardi, sacerdote rosminiano rettore del Sacro Monte Calvario, con riflessioni sulle conversazioni risorgimentali tra Rosmini e Manzoni, a cui parte della riforma si ispira e si dichiara nei termini di secondo Risorgimento, dimensione a cui si richiamavano tutti i combattenti sia laici che cattolici, compreso il presidente Ettore Tibaldi.
Rodolfo Marchisio e Reginaldo Palermo, dell'associazione Gessetti Colorati di Ivrea, proseguono nel considerare l'evoluzione della scuola italiana nel dopoguerra, tracciandone la storia senza perdere di vista la Resistenza e la riforma ossolana, ed offrendo notizie sui personaggi di spicco.
Il liceo Spezia interviene con letture in ricordo del professor Pier Antonio Ragozza, già dirigente scolastico, consigliere e storico militare. Interviene poi il gruppo Rigadèn di Ornavasso a testimonianza dei costumi da lavoro delle nostre valli.
Lo spostamento presso il Collegio Mellerio Rosmini offre l'occasione di risalire alle origini dell'Istituto alberghiero, quando don Sisto Bighiani volle assicurare ai giovani della montagna il diritto allo studio sancito dalla costituzione nel rispetto delle pari opportunità di genere. Sarà allestito da “Inizio”, ristorante didattico dell’istituto alberghiero Rosmini, un buffet.
Alle ore 14.30 la giornata riprende nell'aula multimediale del collegio Rosmini con la collaborazione di Ars.Uni.Vco. Intervengono il professor Alberto Campiglio, alla ricerca delle connessioni nella scuola riformata degli anni Settanta, e la professoressa Margherita Zucchi, che presenta la pubblicazione "La riforma della scuola" nella collana Museo in linea del Museo della Resistenza "Alfredo Di Dio" di Ornavasso. Il libro contiene documenti editi e inediti della commissione didattico consultiva e dell'allora direttore didattico Alcide Bara, che aveva il compito di tradurre le direttive in programmi operativi. Conclude la giornata di studio Andrea Cottini, segretario dell'associazione Ars.Uni.Vco e project manager area scientifica, organizzativa e comunicazione, sul sistema di riconoscimento dei titoli di studio, dalla Repubblica dell'Ossola all'Ue.
Questa giornata di studio offre l'occasione non solo di ripercorrere brevemente l'evoluzione della scuola italiana, ma soprattutto di capire in che cosa consiste passare da una dittatura ad un regime di istituzioni libere e democratiche, di capire la centralità della formazione dei giovani nella vita di una nazione, di considerare la volontà della Gpg di agire per un'Italia nuova in un contesto europeo libero da dittature, come dimostrò Mario Bonfantini con i corsi dell'università popolare sulla storia dell'Europa moderna.