La Lega ha annunciato che nel prossimo consiglio comunale di Domodossola porterà all’attenzione dell’aula l’appello dei cittadini del Vco contro il piano “Rearm Europe”, che è stato ribattezzato “Readiness 2030”. L’istanza è stata presentata al consiglio dal Coordinamento Ossola Solidale, che ha già organizzato una manifestazione e ha raccolto numerose firme di cittadini di Domodossola e di tutta la provincia.
L’appello chiede che il consiglio comunale discuta e voti un ordine del giorno per esprimere contrarietà al piano di riarmo, un piano da 800 miliardi di euro destinati alla difesa comune, denunciando il rischio che tali fondi vengano sottratti a sanità, welfare e servizi essenziali, e che tale posizione venga trasmessa alle massime autorità istituzionali dello Stato e ai capigruppo parlamentari, richiamando i contenuti dell'appello diffuso in occasione del presidio svoltosi sabato 15 marzo davanti al Municipio di Domodossola.
“Abbiamo deciso di recepire questa istanza con senso istituzionale e spirito democratico – dichiara il consigliere della Lega Maria Elena Gandolfi – ritenendo importante offrire rappresentanza anche a quei cittadini che non hanno oggi un eletto in consiglio, ma che intendono esprimere la loro opinione su un tema così delicato e di grande attualità. Non condividiamo integralmente i toni dell’appello ricevuto, che in alcuni passaggi risultano ideologici, ma proprio per questo crediamo che la politica debba saper distinguere tra appartenenza e responsabilità. Aprire uno spazio di confronto su questo tema è un atto di democrazia e rispetto verso tutti i cittadini”, prosegue Gandolfi.
“Il costo stimato del progetto "Rearm Europe" è di 800 miliardi di euro, di cui 150 da prestiti Ue e 650 a carico dei singoli Stati. Il piano è stato approvato il 12 marzo dal Parlamento Europeo con 419 voti favorevoli. La Lega ha votato contro – spiega Gandolfi -. Il nome stesso, “Rearm”, è stato giudicato provocatorio e inappropriato, tanto che si è già tentato di edulcorarlo in "Readiness 2030". Ma la sostanza non cambia: un progetto che potrebbe vedere Francia e Germania imporsi sulle decisioni strategiche, mentre all’Italia resterebbero i costi e le conseguenze. Dopo la pubblicazione del Libro Bianco della Difesa Ue il 19 marzo, la Lega ha ribadito la propria contrarietà, avanzando il 30 marzo una proposta per chiedere una profonda revisione del piano”.
“Alla luce di tutto questo – conclude la consigliera della Lega - la decisione di presentare l’ordine del giorno nasce non da una piena condivisione dei toni dell’appello ricevuto – come abbiamo detto in alcuni punti fortemente ideologici – ma dalla convinzione che la democrazia richieda ascolto, partecipazione e responsabilità. Riteniamo un atto dovuto portarlo in aula, nel rispetto delle istanze espresse democraticamente, per avviare un confronto costruttivo su un tema di grande attualità".