È con una certa speranza che gli abulanti della piazza domese attendevano il ritorno dei clienti svizzeri, pur non facendosi grosse illusioni.
Infatti, i clienti da oltre confine sono stati molto pochi e non sufficienti a migliorare la situazione degli operatori del mercato, colpiti pesantemente dalle restrizioni dovute dal Covid.
Ma più che la scarsità di visitatori elvetici tra i mercatari tiene banco la questione dello spostamento di alcuni banchi da via Rosmini ad altri posti, tra cui piazza Matteotti e via Marconi, che sarebbe dovuta avvenire oggi ma posticipata al 5 giugno.
“Ho saputo del posticipo attraverso il giornale – dice Cosimo Battocchio, uno dei rappresentati dei commercianti e commerciante di calzature – non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione dal Comune. Ci sposteranno senza rispettare l’anzianità della licenza, non potremo scegliere il posto”.
Il signor Mantovani, proprietario di un banco di abbigliamento per bambini, è un fiume in piena: “Gli spostamenti sono stati fatti senza prendere in considerazione i regolamenti, saremo quarantacinque banchi ad essere spostati ma non ci permettono di scegliere il posto seguendo l’anzianità come disposto sia dal regolamento comunale e sia da quello regionale. È inaccettabile che il Comune decida al posto mio dove mettermi, questa è la mia vita, la mia attività, già abbiamo subito la crisi e la pandemia”, Prosegue la moglie Claudia: “Stiamo parlando di due anni, non si tratta di una settimana, già abbiamo delle restrizioni a causa della pandemia, ridimensionamenti, ecc. Per diciotto mesi ci metteranno in un posto nascosto e poi non si sa quanti di noi torneranno in questa via e se torneranno. La cosa è molto seria, ci vanno di mezzo quarantacinque famiglie”. “Nessuno sta contestando il lavoro che si andrà ad eseguire, né le aree individuate ma bensì il criterio di assegnazione - continua Mantovani - abbiamo il diritto di scelta come indicato dall’articolo 17 del Regolamento comunale”.
Dello stesso avviso anche Luigi Galante, proprietario di un banco di calze: “Ci hanno messo in zona Stazione a casaccio, tipo estrazione della tombola. Siamo in mano al Comune, loro pensano che questo sia un gioco ma invece è un lavoro, le cose sono state fatte in maniera sbagliata. In tutta Italia, anche nelle fiere, si va in base all’anzianità: si mette una planimetria dei nuovi spazi vuota, si chiama la persona con più anzianità e lo si fa scegliere per primo e così via fino ad arrivare al proprietario della licenza più recente. Io ho ereditato la licenza da mio padre, sono settantacinque anni che veniamo qui a Domodossola e rischio di finire in un posto nascosto, mentre magari un novellino si ritrova in un posto bellissimo”.
Tra gli ambulanti c’è chi sostiene di essere pronto, qualora non si trovasse un accordo col Comune, a gesti plateali di protesta.