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Eventi | 20 giugno 2021, 18:30

Celebrato il 77° anniversario dell’Eccidio di Fondotoce FOTO

Durante la commemorazione sono state ricordate anche le vittime della funivia del Mottarone

Celebrato il 77° anniversario dell’Eccidio di Fondotoce FOTO

S’è aperta nel ricordo di Adis Belakhdim, il sindacalista travolto ed ucciso da un camion a Biandrate, di Luana D’Orazio, la giovane operaria schiacciata da un telaio privo dei meccanismi di sicurezza a Prato, e delle 14 vittime della funivia Stresa-Mottarone, la commemorazione del 77° anniversario dell’Eccidio di Fondotoce.

“Tutti vittime della stessa logica del profitto a tutti i costi, ha scandito Piero Beldì, prima di dare la parola alle autorità e all’oratrice ufficiale, Valentina Cuppi, sindaco di Marzabotto. Un parallelismo cui hanno accennato anche altri intervenuti, a partire dalla stessa Cuppi, accomunando idealmente le vittime di oggi a quelle di ieri, cadute combattendo il nazi fascismo.

Sulla stessa linea anche il nuovo presidente dell’associazione Casa della Resistenza, Gianfranco Fradelizio: “Con Irene Magistrini s’è chiusa l’epoca dei presidenti che sono stati testimoni diretti di quell’epoca: Enrico Massara (Istituto storico della Resistenza in provincia di Novara, ndr), Vittorio Beltrami che volle questa Casa della Resistenza, Irene Magistrini. A noi, nuovi partigiani tocca il compito di ricordare questi caduti ma anche di chiederci che mondo stiamo costruendo, che mondo avevano in mente quei caduti, quei ragazzi, che hanno combattuto per la nostra libertà”.

Una libertà che, per la sindaca Cuppi "rimessa in discussione dai negazionisti dai fascisti, abili nell’attirare l’attenzione delle nuove generazioni lanciando linee d’abbigliamento, organizzando festival letterari e occupando le piazze social che in quest’anno di pandemia sono diventate per i ragazzi di oggi luogo privilegiato di comunicazione”.

“Bene – ha proseguito – dobbiamo spiegare con il linguaggio di oggi che negare l’articolo 3 della Costituzione, significa negare i valori per i quali quei giovani sono morti e i sopravvissuti si sono seduti a un tavolo per elaborarlo. Bisogna spiegare che femminicidi come quello della giovane Saman, discriminazioni di genere, diseguaglianze sociali, ostracismo verso gli stranieri contraddicono quello per cui i morti ricordati in questo luogo della memoria e di altri luoghi sparsi per l’Italia e l’Europa hanno combattuto. Già oggi è difficile spiegare ai nostri giovani in cosa sono diversi dai loro coetanei con i quali hanno frequentato le stesse scuole fin dall’asilo nido. Non è utopia. I giovani, ad esempio, sul clima, ci hanno preceduti, hanno indicato il pericolo. E oggi finalmente abbiamo il Next Generation Eu. Loro ci erano arrivati prima”.

Prima di Cuppi erano intervenuti il prefetto Angelo Sidoti, il consigliere regionale Domenico Rossi, il vicepresidente della Provincia Rino Porini, il sindaco di Verbania Silvia Marchionini e il vicesindaco di Baveno Maria Rosa Gnocchi.

Redazione

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