Il comitato ossolano “Ferma il riarmo”, in collaborazione con l’associazione Terra Donna, organizza un incontro pubblico in programma martedì 18 novembre alle 20.45 a Casa Don Gianni a Domodossola. Durante la serata sarà proiettato il docufilm “Il successore”, diretto da Mattia Epifani, che racconta le vicende di Vito Alfieri Fontana, ingegnere ed ex proprietario della Tecnovar, azienda pugliese specializzata nella progettazione e nella vendita di mine antiuomo.
In seguito a una profonda crisi esistenziale l’ingegner Fontana mette in discussione se stesso, il suo lavoro e i rapporti con la sua famiglia, in particolar modo con il padre, figura tanto carismatica quanto ingombrante. Il peso della successione e delle responsabilità si scontrano così con l’intima esigenza di interrompere la produzione di mine antiuomo. Una domanda lo assilla: quante vittime avrà causato il lavoro della Tecnovar? Un viaggio esistenziale dall’Italia verso gli ex teatri di guerra della Bosnia Erzegovina dove ancora oggi squadre di sminatori sono attive nella bonifica dei terreni. Nel conflitto tra dovere e coscienza si muovono i passi di un uomo in cerca di riscatto. La serata vedrà la presenza del protagonista del docufilm: il pubblico avrà modo di ascoltare dalla sua viva voce cosa lo ha indotto a cambiare strada.
Nel 1997 fu adottata dall’Onu la “Convenzione sul divieto di impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione”, conosciuta come Convenzione di Ottawa. Al 2025, la convenzione conta circa 160 Stati aderenti. Tuttavia, alcuni Paesi di rilevanza strategica non vi hanno mai aderito, tra cui Stati Uniti, Russia, Cina, India, Pakistan e Israele. Di recente, da parte dell’Ucraina c’è stata la scelta di ritirarsi dalla convenzione, seguendo l’esempio di quanto deciso da altri Paesi come Polonia, Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia. Tale scelta è certamente legata all’escalation dovuta alla prosecuzione del conflitto in corso russo-ucraino.
“In un periodo - spiegano gli organizzatori - in cui i venti di guerra si fanno sempre più minacciosi nel nostro continente, gli appelli a riempire gli arsenali si fanno sempre più insistenti, vorremmo offrire una possibilità di confronto e di approfondimento, grazie alla testimonianza diretta di una persona che conosce bene questo tipo di produzione e le conseguenze sulla popolazione civile. Sarà l’occasione per ragionare su cosa si può fare per costruire la pace, rifiutando le logiche del riarmo. L’incontro è realizzato con il contributo di Anpi Vco, associazione Alternativa A, G.I.T. Soci e socie di Banca Etica e del Cst Novara-Vco.













