Il traforo del Gran San Bernardo ha una lunghezza di 5798 metri ed una carreggiata con due corsie a doppio senso. L'imbocco sud sul versante italiano è situato a quota 1875 m.s.l.m., quello nord sul lato svizzero a quota 1918 m.s.l.m.
La gestione degli impianti e del traffico del Traforo del Gran San Bernardo viene effettuata dalle due Sale Controllo Sud e Nord situate nelle rispettive stazioni agli imbocchi della galleria. In queste sale, presidiate 24 h su 24, giungono tutte le informazioni riguardanti i diversi impianti, gli allarmi e le chiamate di soccorso.
E’ gestito per il 50% dalla società Sitrasb, partecipata della Regione Valle d’Aosta, e per il restante 50% da una società svizzzera.
Scavato nelle Alpi, inaugurò la stagione dei collegamenti transalpini, anticipando di un anno l'inaugurazione di quello del Monte Bianco verso la Francia. Il miglior risultato in 58 anni di esercizio è l’aver evitato incidenti importanti forse per un po' di fortuna, ma anche grazie a importanti investimenti sulla sicurezza.
L'intervento recente più importante è' la costruzione di una seconda galleria di servizio da oltre 33 milioni di euro. Il traforo del Gran San Bernardo è un legame indispensabile, per i valdostani e i vallesani, ma anche per i collegamenti internazionali. Il costo dell'opera fu di 12 miliardi e 600 milioni di lire. Il 23 maggio 1958 viene firmata a Berna una convenzione tra l’Italia e la Svizzera per la concessione di costruzione ed esercizio della galleria del Gran San Bernardo: è il passo decisivo.
L’azionista di maggioranza e il promotore principale di questa opera monumentale è la Fiat, desiderosa di diffondere la sua produzione nel nord Europa. Le ipotesi al vaglio sono due: costruire una galleria a quota 1900 metri e lunga 6 km o una a 1600 metri ma lunga 15. Alla fine viene scelta la prima opzione, visto che la seconda avrebbe presentato seri problemi di ventilazione.
C’è però un altro ostacolo da superare: le difficoltà per i mezzi pesanti di accedere al traforo nel periodo invernale. La soluzione? La costruzione di un raccordo autostradale lungo 6.5 km, semicoperto e resistente alla valanghe che ha chiesto l’ardimentosa costruzione del viadotto che dalla strada statale 27 a Saint-Remy-en-Bosses si allaccia al raccordo che porta all’imbocco del traforo.