/ Provincia

Provincia | 17 luglio 2022, 18:00

Un libro dedicato ai grandi esploratori piemontesi

Il volume racconta 22 storie di avventurieri che si sono spinti ai confini del mondo. Tra i protagonisti anche l'omegnese Guido Boggiani

Un libro dedicato ai grandi esploratori piemontesi

In occasione della XXXIV edizione del Salone del Libro di Torino Edizioni Savej – casa editrice della Fondazione Enrico Eandi dedicata alla storia, alla lingua e alla cultura piemontese – ha pubblicato il volume Piemontesi ai confini del mondo. 22 storie di esploratori atipici e navigatori irrequieti dell’autore monferrino Davide Mana. Tra questi c'è anche l'omegnese Guido Boggiani.

Il libro consta di 282 pagine a colori ed è suddiviso per continente. Per ogni esploratore è presente una cronologia che riassume gli eventi principali della sua storia e numerose fotografie d’epoca, illustrazioni e mappe. La copertina e le illustrazioni interne dei capitoli sono state realizzate dal collage artist torinese Giuseppe Conti mentre le mappe e gli avatar degli esploratori dall’illustratrice della Val Pellice Alessandra “Cerotto” Parigi.

Altroché bugianen

“I piemontesi -scrive Davide Mana- hanno fama di possedere una tenacia stolida, un carattere affidabile e ben poco portato al rischio. Tuttavia, la storia è popolata di piemontesi avventurosi − per quanto possa sembrare una contraddizione in termini l’accostare l’avventura alla 'piemontesità'”.

Viaggiavano, i piemontesi, ben da prima di essere etichettati come bugianen. Originari di uno Stato piccolo e per lungo tempo marginale, furono soldati, avventurieri, artisti. Persone che viaggiavano per la necessità di doversi guadagnare da vivere − accoppiata, certo, allo spirito d’avventura, alla curiosità. Ma sempre di necessità si trattava, intellettuale o materiale che fosse.

È solo nel tardo XVIII secolo, tuttavia, che i piemontesi diventano esploratori. Per metterli sulla strada serve l’Illuminismo, con la sua visione razionale di un universo ordinato e conoscibile, e la volontà di scoprire, descrivere e classificare il mondo. Quando li incontreremo, questi piemontesi avventurosi si presenteranno a noi indossando di volta in volta maschere diverse: diplomatici, seri accademici, militari ligi al dovere, commercianti in cerca di un onesto profitto. E tuttavia sotto a questa patina di rispettabilità, più o meno visibile, non potremo non scorgere quell’irrequietezza, quell’insoddisfazione. Questa è, dopotutto, la natura degli avventurieri. Ed è per questo che continuiamo a provare curiosità per le loro storie, forse con un pizzico di invidia.

Paradossalmente, rappresentano l’emblema stesso del concetto di bugianen, di soggetti incredibilmente caparbi, tenaci, risoluti, decisi a tutto. A costo di contrabbandare i luoghi natii con le vette dell’Himalaya e del Nanga Parbat, con i vicoli di Tientsin in piena rivolta dei Boxer, con la Valle del Nilo e i suoi trafficanti di antichità o con la Terra del fuoco e i suoi indiani Aónikenk.

Piemontesi ai confini del mondo racconta di loro, ricostruendo viaggi e percorsi con l’aiuto di mappe, timeline, fotografie e illustrazioni. Conosceremo così la passione per l’Egitto di Bernardino Drovetti, il grande spirito avventuriero del Duca degli Abruzzi, la missione religiosa in Africa di Guglielmo Massaja e la passione per l’alpinismo di Alberto De Agostini passando per l’eroe del Polo Nord Umberto Cagni, le circumnavigazioni del globo di Camillo Candiani e molti altri in un viaggio indimenticabile alla scoperta dei nostri avventurieri piemontesi. E ai confini della Terra si spostò anche il pittore e pioniere dell'etnografia sul campo Guido Boggiani, nato nel capoluogo del Cusio nel 1861. Nel 1887, a 26 anni, si reca in Sud America dove viaggia nell'entroterra del Paraguay per documentare la vita degli indigeni nella regione. Verrò ucciso dai nativi nel corso di una spedizione nel 1901.

La Fondazione Enrico Eandi

La Fondazione Enrico Eandi è nata nel 2016 a nome e memoria di Enrico Eandi, imprenditore di successo che ha dedicato vita, passione e studi alla lingua piemontese e alla cultura locale in senso più ampio. L’obiettivo della Fondazione è quello di continuare a tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio culturale piemontese nelle sue diverse espressioni: ambientale, storico, artistico, linguistico e sociale.

Edizioni Savej è la casa editrice della Fondazione Enrico Eandi nata con lo scopo di mantenere vivo l’interesse per la lingua e tutto ciò che è inerente alla cultura piemontese. A partire da La lingua piemontese di Bruno Villata in cui vengono espresse le norme fondamentali della grammatica piemontese, l’interesse editoriale tocca diversi ambiti, non solo linguistici, ma anche storico letterari.

Il marcato interesse per il patrimonio linguistico locale viene inoltre ereditato attraverso il Dizionario Elettronico Piemontese, un progetto vivo e in costante miglioramento e aggiornamento. L'intento è quello di aiutare chi vuole imparare il piemontese o chi già lo conosce e vorrebbe semplicemente perfezionarlo.

Rivista Savej ha invece l'obiettivo di divulgare la cultura piemontese attraverso un magazine on line che due volte all'anno esce anche su carta arricchito da inediti e illustrazioni d'autore.

Altri progetti in continua crescita vengono sostenuti e lanciati ogni anno, tra questi ricordiamo il più recente Scapà da ca che raccoglie le esperienze di piemontesi all’estero e di stranieri trasferitisi in Piemonte.

Riferimenti online

www.fondazioneenricoeandi.it

www.libreriasavej.it

C.S.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore