‘’Nell’ultimo consiglio comunale, il sindaco Giorgio Ferroni ha sostenuto che nel 2006 è stato fatto un pasticcio, dall’allora amministrazione in carica, facendo l’asta per la concessione in scadenza del giacimento comunale di Rencio. Tant’è che per manifestare, allora, Ferroni e Allegri . allora in minoranza - si dimisero dalla commissione cave. E’ singolare però che Ferroni sollevi polemiche ancora oggi contro quelle decisioni’’ spiega in una lettera a Ossolanews Lorenzo Iaria, consigliere di minoranza in consiglio comunale tornando sul problema Cava Rencio.
Scrive Iaria: ‘’Poiché sono corretto, e in forza di atti amministrativi che hanno brillantemente retto ogni contestazione, l’amministrazione avrebbe dovuto con più forza, energia e tempistica, muoversi facendo valere tutti gli strumenti per agire sul patrimonio dell’azienda, ora fallita, e contro le azioni elusive messe allora in campo per sottrarre il suo patrimonio dalla legittime azioni risarcitorie che il Comune vantava. Così, forse, evitando oggi di doversi insinuare nell’attivo fallimentare di quell’azienda con esiti incerti’’.
Iaria ricorda che all’allora sindaco Dalla Pozza ‘’i consiglieri dimissionari dalla commissione cave contestavano il modo di condurre i lavori della commissione stessa e che si sarebbe dovuto tentare strade diverse in prossimità dello scadere della concessione della cava. E’ verosimile pensare che se non fossero d’accordo con l’indire di una gara pubblica, ritenessero giusto e legittimo che il nuovo contratto di concessione venisse affidato a una trattativa privata, probabilmente confermando i conduttori cessati. L’esito della gara determinò un nuovo concessionario che, a fronte di un canone in quel momento di 160 mila euro l’anno, ne offriva ben 400 mila risultando l’assegnatario della cava comunale’’.
‘’Nell’immediato – scrive Iaria – l’esito degli accertamenti più approfonditi, valutati anche da Arpa, sullo stato della cava, portavano a conoscenza del Comune le difformità di avvenuta coltivazione, difformità che se solo fossero state conosciute nella loro portata in tempo utile, avrebbero comportato l’esclusione dalla gara del conduttore cessato. Difformità che rilevarono una avvenuta estrazione, al di fuori del perimetro concesso, di ben 139.900 metri cubi di serizzo, per un valore commerciale di 11.532.000 euro, del quale a seguito di perizia, il precedente concessionario doveva risarcire il Comune col pagamento dell’agio del 15,6 per cento sul valore commerciale del materiale estratto e cioè pari all’utile teorico conseguito illecitamente’’.
Poi Iaria aggiunge: ‘’Le difformità avevano restituito un fronte di cava che necessitava interventi di riadeguamento per consentire la ripresa produttiva e da qui, a seguito di inottemperanza dell’ordinanza, l’escussione della garanzia fideiussoria di 580 mila euro, escussione avvenuta nel corso del mandato Dalla Pozza. Tutti gli atti emessi dal Comune hanno subito ripetuti vagli di legittimità avanti più giurisdizioni e più gradi di giudizio, resistendo ogni volta a tutte le contestazioni mosse, dimostrando la loro validità e legittimità, sino a passare in giudicato’’.