Egrege Signorie!
Siamo il Comitato Salvaguardia Allevatori, attivo nella provincia del VCO in Piemonte, Italia, e costituitosi espressamente allo stabilirsi dei primi lupi protetti sul nostro territorio.
Con piacere accogliamo l'invito da parte della Commissione di presentare, in quanto rappresentanti delle comunità rurali locali, dati aggiornati sulla popolazione di lupi e sui loro impatti.
Per essere sintetici elenchiamo alcuni punti principali della problematica dei lupi nella nostra provincia del VCO ed in generale:
- Importante sottostima, anche nel censimento nazionale, riguardo alla presenza lupi nel VCO da parte di life wolfalps.
- I dati ufficiali sulle predazioni non rispecchiano affatto la realtà.
- I sistemi di protezione del bestiame non sono utilizzabili nella maggior parte degli alpeggi e delle aziende ed è ormai comprovata l'inefficacia di tali sistemi per fronteggiare gli attacchi dei lupi (in particolare laddove vige la protezione totale).
- Le predazioni non sono l'unica grave conseguenza negativa della presenza di lupi nei territori rurali. La peggiore conseguenza è la chiusura degli allevamenti locali.
- La prolungata protezione di questo intelligente cacciatore ha prodotto in Europa una serie di conseguenze dannose: ibridazione, diseducazione/perdita del timore dell'uomo/eccessiva spavalderia, quindi maggior pericolo pubblico (es. Vasto, Olanda, ecc) ma anche maggiore attitudine a predare domestici, crescita numerica esponenziale e quindi sempre maggiore sovrapposizione dei territori abitati dai lupi con i territori abitati e custoditi dall'uomo, ecc.
- Attenzione a Boitani!
- Importante sottostima, anche nel censimento nazionale, riguardo alla presenza lupi nel VCO da parte di life wolfalps.
Purtroppo dobbiamo far presente che gli unici censimenti ufficialmente riconosciuti sono svolti dal progetto di conservazione eurofinanziato life wolfalps eu. Nonostante il considerevole impiego di risorse economiche ed umane e i lunghissimi tempi (circa 2 anni!!) di elaborazione fino alla pubblicazione dei dati, questi censimenti non sanno affatto dare un quadro realistico della situazione, ovvero riescono a censire solo una minor parte dei lupi realmente presenti sul territorio. Esempio: secondo il censimento life wolfalps, nell'inverno 19-20 erano presenti sparsi sul territorio provinciale 3 branchi e 3 lupi singoli. Supponendo una media di 5 lupi per branco, sarebbero quindi 18 individui. Nell'inverno successivo, 20-21, sono invece stati censiti appena 11 lupi, divisi in 5 coppie e 1 lupo singolo (dato usato per censimento nazionale). Viene innanzitutto da chiedersi come mai i lupi secondo life wolfalps sarebbero calati rispetto all'inverno precedente e i branchi vanificatisi, nonostante ci troviamo in un periodo decisamente di espansione della specie sul territorio, o se per caso "serviva" un dato nazionale di un certo tipo?. Secondariamente si nota solo un unica lupa rimasta dell’anno precedente, altri 10 nuovi in precedenza mai individuati.
Terzo -questo è più grave, al nostro Comitato che lavora in stretto contatto con gli abitanti locali e che quindi raccoglie informazioni su avvistamenti, foto e filmati oltre di altri segni di presenza e predazioni, risulta che i lupi erano in realtà aumentati rispetto all'inverno precedente e che vi era la presenza di almeno 5 branchi di cui uno di ben 8 lupi e diversi lupi solitari. Quindi >25 lupi. Altro che 11! . Riguardo all'inverno ‘22-’23 il Comitato Salvaguardia Allevatori dichiara la presenza di minimo 7 branchi in provincia. (https://link.app.24newsonline.it/eKGifr8VLGbSdMXz6)
Da notare: i nostri dati resi pubblici e forniti ai giornali della nostra zona non sono mai stati smentiti dagli enti responsabili del monitoraggio.
- I dati ufficiali sulle predazioni non rispecchiano affatto la realtà.
• Quasi sempre non tutti gli animali vengono ritrovati dopo un attacco
• Ci sono animali feriti ma non morti che non confluiscono nelle statistiche
• Molti allevatori non denunciano per vari motivi comprensibili, tra cui burocrazia molto impegnativa, mancanza di tempo materiale (gli animali sopravvissuti vanno accuditi con ancor più cura per evitare ulteriori attacchi, timore di multe di vario genere, perché le conseguenti spese di smaltimento sono a cura degli allevatori, ecc. )
Alla conferenza del Meeting Europeo degli Allevatori a St. Jean de Bourdenai ne è stata data una breve e semplice spiegazione sulla base dell'esperienza della nostra provincia nel primo anno di alcuni lupi stabili sul territorio, con dati concreti:
https://youtu.be/-anTWiTFagI , dal min 39. (numero ufficiale: 0/zero predazioni. Realtà: predati 89 ovicaprini e 2 puledri, più quelle non dichiarate) - I sistemi di protezione del bestiame non sono utilizzabili nella maggior parte degli alpeggi e delle aziende, sia per il tipo di territorio che per il tipo di azienda (piccoli allevamenti familiari spesso misti, dove questi sistemi non sono economicamente sostenibili). Anche nel vicino Canton Ticino il 70 % risulta non proteggibile secondo un'analisi tecnica svolta da agridea.
(https://www.swissinfo.ch/ita/modifica-legge-sulla-caccia_come-proteggere-le-greggi-dai-grandi-predatori/46008966#.YDX4vgga6iw.whatsapp). Aldilà di questo, l'inefficacia di tali sistemi è già stata comprovata in molte zone in tutta Europa, anche dove questi sistemi sono stati applicati in modo diffuso ed esemplare. Per esempio la maggior parte degli attacchi in Francia avvengono in presenza di sistemi di protezione riconosciuti dallo Stato (si veda tabella sottostante
ed intervento di L. Gardes al
convegno a Ried Landquart,
visionabile al link:https://youtu.be/
PtccfgiYYEM, in particolare min.
01:12:00). Anche nel Canton
Grigioni, in Svizzera, dove vi è la
maggior densità di lupi del
territorio elvetico e dove le misure
di protezione sono state messe in
pratica in modo massiccio ed
esemplare, i lupi hanno imparato
a cibarsi di animali "protetti" con
recinti e cani.
Inoltre i lupi predano anche nelle stalle! (Gli esempi in Italia non mancano:
https://www.piacenzasera.it/2023/03/vitella-sbranata-dai-lupi-nella-notte-in-una-stalla-a-gragnanino/474346/ https://m.youtube.com/watch?v=2CIPGffxpjI ecc. )
-Le predazioni non sono l'unica grave conseguenza negativa della presenza dei lupi nei territori rurali, ci sono ulteriori danni forse ancora più gravi: • Danni indiretti
• Danni al benessere animale
• Danni alla biodiversità
• Abbandono del territorio
• Danni psicologici di chi subisce gli attacchi e le predazioni.
• Perdita di razze domestiche rustiche rare ed in via d'estinzione - agrobiodiversità
• Sicurezza pubblica minacciata, come anche la sicurezza dei cani da compagnia e da lavoro.
Nella nostra provincia sicuramente il danno peggiore è la chiusura dei piccoli allevamenti tradizionali, specie ovicaprini, anche amatoriali, allo stabilirsi dei lupi nei territori di pascolo. Sono queste realtà che più di tutte le altre contribuivano al mantenimento del territorio e della sua preziosa biodiversità e sono queste le attività allevatoriali più sostenibili e sane per gli animali!
Abbiamo cercato di spiegarne i dettagli attraverso un convegno organizzato a Crodo (VCO) con interventi di docenti di scienze forestali e ambientali, laureati in ingegneria per l'ambiente e il territorio, in scienze delle produzioni animali, esperti (allevatori di professione) e molti altri.
(Convegno Crodo link: https://youtu.be/GrkmNLCDOGk).
Inoltre, riguardo alla sicurezza pubblica, il problema con l'aumento del numero dei lupi si sta ingrandendo. In Abruzzo la situazione è molto critica: dal agosto ‘22 si contano finora 11 feriti, non è stato dato il permesso di abbattimento della lupa mordace (se si tratta solo di una) ma soltanto la sua cattura, finora non ancora avvenuta. Dare al Parco della Majella la responsabilità per la gestione della problematica si è verificato fallimentare. (In allegato elenco attacchi a persone in Italia).
Le predazioni su cani, nei paesi e nei boschi, sia su cani da compagnia che da lavoro, sono ormai innumerevoli, eccone alcuni esempi: https://www.ilgazzettino.it/nordest/belluno/lupo_sbrana_ cane_canale_d_agordo_cosa_e_successo_racconto_padrone_dino_xaiz-7048873.html
https://www.gazzettadiparma.it/animali/2022/11/27/news/il-lupo-aveva-il-muso-insanguinato
-a-terra-il-mio-cane-gia-sbranato-679778/ oppure guardare sulla European Predation Map, su ep-map.com selezionando i filtri "canidi" e "lupo". (La mappa è molto interessante. Pur non essendo completa, ma in continua elaborazione, mostra anche attacchi su vari animali domestici e su persone da parte dei grandi predatori!)
Conseguenze dannose della prolungata protezione.
Il comportamento dei lupi si adatta alle condizioni: sono cacciatori intelligenti, opportunisti e animali culturali. Per questo che la ormai prolungata protezione sta facendo si che temono sempre meno l'uomo e le sue attività.
Ne sono conseguenza il superamento dei sistemi di protezione, gli attacchi in presenza dei pastori, gli ormai frequentissimi avvistamenti in città e paesi, anche di giorno e in qualsiasi stagione. Tutto questo va fermato, il lupo ha bisogno di essere cacciato, come in tutta la storia
"ante-Boitani", per restare lo schivo lupo di sempre!
Attenzione a L. Boitani
Ci preme mettere in guardia la politica europea riguardo al personaggio di Luigi Boitani. Quest'uomo di scienza sembra d’altra parte vivere in un'illusione, accecato forse dall'amore per l'oggetto dei suoi studi, il lupo. Spesso sui giornali si leggono sue frasi assai ideologiche come:
"Non serve a niente ammazzare un lupo, se non a far arrabbiare chi lo vuole proteggere...
…ogni tanto ammazzano un lupo, ma ripeto, non serve a nulla." (Gironale Ticinese, 2023), oppure: “I lupi 19.000, gli umani 500 milioni. E allora, per piacere, stiamo zitti” (Il Corriere, 16/09/23). Anche quest'affermazione ormai largamente smentita da troppi fatti di cronaca: "Nessun attacco è stato segnalato negli ultimi 100 anni" (fonte: https://www.corriere.it/cronache/made-in-italy/notizie/luigi-boitani-50-anni-massimoesperto-europa-lupi-una-idiozia-di re-che-li-abbiamo-liberati- noi-3de1e948-1a78-11ed-a4ca24dcb38fef4d.shtml), ripetuta non solo da Boitani.
Ricordiamo d'altro canto alcune frasi del biologo in altre sedi: - Piemonte Parchi, ediz. Speciale 2018, titola così una sua intervista a pag 78: "Italia ipocrita se lascia che i bracconieri mantengano i lupi a livelli di tolleranza"
- Dal libro "Wolves Behavior, ecology and conservation", uscito nel 2007 e scritto insieme all'amico D. Mech, pagg 341-344. Estrapoliamo e traduciamo alcuni interessanti passaggi:
..."si è passati ad un'eccessivo protezionismo"... ..."Ci troviamo ora di fronte alla difficile sfida di reindirizzare il vasto supporto per la conservazione dei lupi verso un approccio più razionale e contestualizzato, dove non viene considerato solo il lupo, ma anche tutto l'ambiente, includendo i legittimi interessi umani."
"Stiamo per affrontare la sfida di dover popolazioni lupine crescenti ed in espansione usando strumenti impopolari come zonazione, declassamento e controllo numerico."
"Infine, questo approccio dovrà fare i conti con un numero di lupi prelevati molto più elevato di quello eventualmente gestibile in una serie di aree protette, per quanto grandi queste possano essere." Risulta evidente l'ambiguità di questa persona che oggi sembra avere in mano il "monopolio dei lupi" in Europa: è membro della IUCN, è presidente della Lcie (che nel 2022 ha compilato il documento ‘Assessment of the conservation status of the Wolf (Canis lupus) in Europe' (Valutazione dello stato di conservazione del lupo in Europa, 638036032684557257_LCIE CoE Wolf status report 2022.pdf / nina.no) che evidentemente non risulta essere abbastanza esaustivo o convincente per affrontare realmente la problematica, vista l'attuale indagine. Capo di I.E.A. (che, tra le altre cose, incassa soldi di progetti Life da anni, attualmente per Life WildWolf, per la conservazione dei lupi nelle zone antropiche! Solo su progetti Life sul lupo il gruppo di Luigi Boitani e lo I.E.A. con il suo personale è stato coinvolto con vari ruoli dal 1998 al 2019 in progetti dal valore complessivo di circa 33 milioni di euro dei 41,7 totali destinati a questa specie in Italia. Fonte: Giulia Corsini fb), ecc. È importante che la politica europea non si affidi più a questo tipo di personaggi se vuole veramente risolvere il problema lupi, perché questi sono spinti da evidenti conflitti
di interesse!
Tutto sommato riteniamo oggi il persistere volutamente nella protezione totale dei lupi in Europa un'incoscienza ed è assolutamente ora che si ricominci a considerare questi animali per quello che sono e fanno, vanno senza dubbio considerati come dannosi se presenti in aree rurali ed antropiche.
Ci auguriamo quindi vivamente che la strada del declassamento venga perseguita in modo serio ed efficace e che vengano istituite zone non adatte alla presenza dei lupi specie laddove serve preservare l'allevamento locale!