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Sanità | 16 gennaio 2024, 18:20

Riforma dei Nuclei Alzheimer Temporanei, le Rsa: "Meno assistenza e rette più alte"

Le strutture di Omegna, Cannobio e Premosello si schierano contro i cambiamenti in atto dalla fine 2023. Dicono: ''La Direzione generale non ha mai preso in considerazione le nostre richieste”

Riforma dei Nuclei Alzheimer Temporanei, le Rsa: "Meno assistenza e rette più alte"

“La Regione Piemonte nell’anno 2022 ha deliberato la riforma dei Nuclei Alzheimer Temporanei (Nat), prevedendone la trasformazione in Nuclei per il Declino Cognitivo Temporaneo (Ndct) e una nuova tipologia di residenza definita Nucleo per il Declino Cognitivo (Ndc) a partire dal 1° gennaio 2023. Il Nucleo Ndc è sostanzialmente un nucleo di Rsa con l’aggiunta di alcuni requisiti strutturali che consentano la gestione di alcuni disturbi del comportamento (ad. porte con apertura a codice, protezioni su caloriferi, zone di vagabondaggio, ecc.). Al di là delle sigle, che già generano una certa confusione, il provvedimento segna un notevole passo indietro rispetto all’attenzione posta alle persone affette da morbo di Alzheimer o demenze con significativi disturbi del comportamento”. Sono queste le parole che si leggono in una nota diffusa congiuntamente da tre Rsa del Vco, la Fondazione Rsa “Massimo Lagostina” di Omegna, la Fondazione Opera Pia “D. Uccelli” di Cannobio e la Residenza Integrata Socio Sanitaria di Premosello Chiovenda all’indomani della riforma dei Nuclei Alzheimer Temporanei.

“Senza scendere in dettagli, che risultano di difficile comprensione anche agli addetti ai lavori, il provvedimento prevede la temporaneità del ricovero nei nuovi Nuclei Alzheimer (ora Ndct) nella misura massima di 60 giorni. La ratio della norma è che dopo 60 giorni i disturbi del comportamento siano adeguatamente affrontati e compensati (anzi dovrebbero esserlo), al punto tale da rendere possibile il trasferimento del paziente nel nucleo Ndc. Quindi, la principale differenza tra il vecchio e il nuovo sistema è la seguente: dopo 60 giorni gli ospiti vengono spostati dal (ex) Nucleo Alzheimer (ora Ndct Nucleo Demenze Cognitive Temporaneo) in un nucleo Ndc (Nucleo Demenze Cognitive) in cui i parametri di personale (cioè il numero di Operatori Socio-Sanitari) in servizio sono decisamente e nettamente inferiori (da 210 a 134 minuti di assistenza ad ospite al giorno)”.

“Quindi rispetto a prima – prosegue la nota - dopo 60 giorni gli utenti riceveranno meno assistenza anche se i disturbi del comportamento dovessero rimanere invariati, perché è difficile immaginare che un paziente affetto da demenza o morbo di Alzheimer possa vedere miracolosamente svaniti i propri disturbi comportamentali. E poi, oltre il danno anche la beffa. Infatti, dopo 60 giorni in cui la retta di degenza è totalmente a carico del servizio sanitario, gli utenti e i loro familiari pagheranno una retta di circa 55 euro al giorno a fronte dei circa 41 euro che pagavano nei NAT (la quota di compartecipazione a carico dell’ospite/famiglie passa dal 30% al 50%). Il risultato di questa riforma è: meno assistenza per i malati, ma con una retta più elevata per le famiglie.

Nell’Asl Vco, la riforma dei Nuclei è partita con notevole ritardo ed è andata a regime solamente nel dicembre 2023. Anche le Rsa del territorio che ospitano gli ex nuclei Alzheimer (Opera Pia di Cannobio, Rsa Massimo Lagostina di Omegna e Riss di Premosello) ritengono che la nuova norma sia peggiorativa rispetto alla precedente soprattutto perché non consente il mantenimento degli stessi standard qualitativi. Le stesse Rsa denunciano la cattiva gestione del passaggio tra vecchio e nuovo sistema, in un clima di generalizzata confusione e di scarse informazioni agli utenti già ricoverati, con un rimpallo fastidioso di responsabilità fra i diversi uffici/servizi dell’Asl Vco coinvolti.

Le tre Rsa  denunciano, inoltre, il parziale coinvolgimento delle stesse e la mancanza di una regia da parte dell’Asl Vco che coinvolgesse tutti i soggetti interessati (Rsa, Servizi Asl, Consorzi dei Servizi Sociali, Associazioni dei Familiari, ecc.).  Una riforma sulla pelle dei malati di Alzheimer, delle loro famiglie, dei lavoratori del sistema Rsa/Nat, delle Rsa stesse. Inoltre, le richieste di intervento inoltrate attraverso Pec nei mesi scorsi alla Direzione generale non sono state prese in considerazione”.

Redazione

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