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Attualità | 03 maggio 2024, 18:30

Enrico Borghi ricorda l'amico Pierantonio Ragozza: "Abbiamo condiviso anni di comune impegno"

Il senatore ripercorre il lungo periodo di collaborazione con il preside nella redazione de "Il Popolo dell'Ossola"

Enrico Borghi ricorda l'amico Pierantonio Ragozza: "Abbiamo condiviso anni di comune impegno"

“Il mistero della vita, alla fine, si riassume tutto in un messaggio che ti arriva alle 22.49 da una persona con la quale hai condiviso una bella esperienza di impegno e volontariato: “Scusa, è morto ora par”. Per noi, che avevamo condiviso con lui per tutti gli anni ‘80 la stagione della redazione de “Il Popolo dell’Ossola”, era riassumibile così, con quell’acronimo con il quale firmava le sue corrispondenze dal suo paese d’origine, Premosello Chiovenda, e i suoi intelligenti e approfonditi articoli di storia e cultura locale”. Così il senatore Enrico Borghi esordisce nel suo ricordo di Pierantonio Ragozza, preside del Liceo Spezia di Domodossola ed esperto di storia locale, con il quale ha condiviso anni di amicizia e collaborazione.

“Pierantonio Ragozza, il nostro amico e collega p.a.r., è andato avanti - come dicono tra gli Alpini, di cui è stato una colonna - in modo rapido, brusco, inaspettato”, prosegue Borghi. “Impossibile non ritornare con la memoria a quegli anni, a quella redazione, a quell’entusiasmo. A non ripensare alle riunioni dentro la stanzetta di Via Città di Lima con la saggezza del maestro Francesco Zoppis, con l’operatività di don Luigi Preioni, con la profondità di don Gianfranco Tabarini, la verve di Antonio Lista, con giovani come Antonio Longo Dorni e Maria Antonietta Jemoli, ed appunto lui, “il par”. Che di quella piccola nidiata era il più maturo, il più riflessivo”.

“Emblematiche di lui – ricorda il senatore ossolano - sono le riflessioni che faceva, quando veniva spesso chiamato a svolgere le funzioni di oratore nelle cerimonie ufficiali delle ricorrenze pubbliche. Aveva dato una tesi di laurea in giurisprudenza sulle anticipazioni nella Costituzione della Repubblica partigiana dell’Ossola (e ricordo ancora le serate spese per il numero speciale del giornale per il 45^ anniversario). E questa esperienza, che derivava anche da una sua precisa costruzione etica e valoriale, gli consentiva di descrivere con parole attente, prive di retorica, e anche lontane dall’enfasi di una descrizione da cartolina o di maniera o faziosa, le pagine della Resistenza, dei Quaranta Giorni di Libertà, della Liberazione. Pagine che, prima ancora che sui libri, aveva appreso dalla viva voce dei protagonisti che avevano dato vita, nella sua Premosello, all’esperienza della Divisione “Valdossola” di Dionigi Superti. E raccontava una Storia che era storia di popolo, di comunità, di vita alla quale lui apparteneva, riprendendo la grande lezione di Paolo Bologna del quale era grande amico ed estimatore”.

“Ripensando a lui, a quegli anni di comune impegno e appassionato sforzo, e al modo con il quale è stato chiamato a passare Oltre – conclude Enrico Borghi - non può che tornare alla mente San Paolo: hai combattuto la buona battaglia, hai terminato la tua corsa, hai conservato la fede. Possa il Signore, giusto giudice, consegnarti la corona di giustizia. Riposa nella pace di Dio, amico mio, amico nostro”.

Redazione

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