‘’Il 30 aprile l’ufficio provinciale che ha in gestione il settore acque minerali ci ha fatto pervenire il parere negativo al rinnovo della concessione per la fonte Gaudenziana. In ragione di un piano industriale giudicato “inadeguato”. In altri termini la burocrazia intende sostituirsi agli imprenditori nel valutare quali piani e quali mezzi finanziari un’impresa debba mettere in campo per tutelare il proprio patrimonio industriale e il mercato dei suoi prodotti. Questa è la pura e semplice verità’’.
Così dice Haralabos Melenos “il Greco” come viene soprannominato, da 20 anni proprietario e amministratore delle Acque e Terme di Bognanco.
Parla dopo la decisione di chiudere piscina e centro benessere, chiusura che ha destato malumore in paese.
La chiusura della Gaudenziana ha determinato la sospensione dell’erogazione delle altre sorgenti, perché?
‘’Le fonti Ausonia e San Lorenzo sono termali che erogano acque curative, ricche di minerali che rappresentano un unicum a livello, oserei dire, globale. Del resto, la loro fama dura immutata da oltre cent’anni. Il fatto è che per garantire l’erogazione di queste acque, per tenere aperto il padiglione di bibitazione e tutto il complesso termale, noi necessitiamo di una fonte d’acqua abbondante. Anche a questo era destinata la fonte Gaudenziana. Forse alla burocrazia il dettaglio non deve essere sfuggito. O dobbiamo pensare a una clamorosa svista? Tanto per chiarire, la Gaudenziana, che ora finisce direttamente nel torrente Bogna, alimenta i servizi igienici nel padiglione che eroga le acque curative. E se sono curative, come di fatto accade, richiedono l’urgenza di questi servizi. Aggiungo che fino a pochi mesi fa nessun tecnico e nessun burocrate aveva mai messo piede nel nostro stabilimento. Anche quando ci siamo interfacciati con le istituzioni per tentare di risolvere le infinite problematiche che dobbiamo affrontare quotidianamente, problemi ambientali, energetici e via discorrendo, abbiamo solo avuto zero risposte’’.
Toriniamo alle sorgenti?
‘’La Fonte Gaudenziana costituisce un supporto essenziale per le cure idropiniche, dato che è l’unica fonte di approvvigionamento idrico per tutti i servizi delle terme e della piscina. Ma l’ indisponibilità dell’acqua Gaudenziana ha comportato la chiusura delle Terme. Invece San Lorenzo e Fonte Ausonia sono però acque termali che in Italia rappresentano solamente lo 0,48% del mercato. Di conseguenza hanno modelli di consumo peculiari sulla base delle loro proprietà terapeutiche. La produzione è limitata per la scarsa portata di acqua e per la complessa lavorazione necessaria per eliminare il residuo ferroso. Nei mesi estivi le acque termali vengono consumate nel padiglione Carlo Angela, in funzione per le cure idropiniche da più di cento anni. E questo fino all’altro ieri. In teoria ora le concessioni dovrebbero essere messe a bando. Non ho ancora capito, e nessuno mi ha dato una risposta, perché le altre fonti della provincia non abbiano subito lo stesso trattamento? Al centro del mirino vi sono solo le Terme di Bognanco?’’.
La situazione è difficile, che prospettive avete?
‘’Nell'intento di agevolare il turismo nella valle io ho sempre messo a disposizione tutte le mie strutture da anni, senza mai chiedere niente in cambio. Ho sempre fornito di acqua molte associazioni nel VCO. Incredibilmente il Comune di Bognanco ultimamente ha fatto una pubblicazione senza citare le Terme di Bognanco. Oggi solo grazie al marchio Terme di Bognanco e in particolare all’acqua della fonte di San Lorenzo (Lindos) Bognanco ha la possibilità di portare ovunque il proprio nome e i propri marchi storici. Costituiscono la storia e la memoria di questa valle, come si può facilmente constatare visitando il nostro piccolo museo. Per di più sono preoccupato anche per le 12 persone che lavorano con me da anni, e che insieme alle loro famiglie vedono il loro destino legato a quello delle Terme’’.
Cos’è cambiato da quando ha rilevato la Bognanco?
‘’Eravamo nel 2000 ma lo stabilimento sembrava rimasto agli anni ‘70 quando si producevano solamente bottiglie di vetro a rendere color verde da 90cl con tappo corona. Nel 2003 ho installatola linea di bottiglie in vetro bianco tappo a vite, in seguito è stata la volta della linea pet. Questi interventi alle linee di imbottigliamento hanno richiesto investimenti di milioni di euro. A proposito di piani industriali inadeguati vero... Intanto nella Val Bognanco sotto gli occhi distratti dei politici locali, si assisteva al crollo del turismo e nove hotel su dieci venivano chiusi.
In questi anni le Terme hanno perso presenze...
''Dopo il 2012 il grafico di presenze nelle Terme era in netto declino e il mio gruppo ha cambiato strategia dando avvio al centro benessere ‘Oniro’’ che ha aperto nel 2015. Fino a 2019 abbiamo avuto quasi 20.000 presenze, operando 365 giorni all’anno con visitatori giornalieri e senza nessun sostegno da parte delle attività alberghiere aperte nella val Bognanco. Poi la pandemia ci ha chiusi per 18 mesi, è arrivatala crisi energetica e le continue interruzioni dell’unica strada che congiunge Bognanco al resto del mondo. Lascio a voi immaginare cosa comporti il continuo apri-chiudi per l’attività produttiva, noi che scaldiamo la piscina a 32/33C° con cippato che arriva su gomma. Questo in quanto Bognanco è l’unico comune della provincia Vco non collegato alla rete del gas. Del resto, anche la fornitura di CO2 per le acque gassate ci giunge tramite un camion cisterna le cui dimensioni non consentono il passaggio attraverso il ponte provvisorio’’.
Incentivi, aiuti pubblici?
‘’Ristori zero, presenze politiche zero. Noi siamo la sola ed unica attività nella Val Bognanco, aperta tutto l’anno con l’impiego di 12 persone. La stagione termale si protrae nei 4/5 mesi estivi e nel 2023 abbiamo avuto 1235 persone che sono ricorse a queste cure. La SPA e la piscina naturalmente sono aperte tutto l’anno. Come lo stabilimento di produzione delle acque minerali che, lo ricordiamo,risale al 1930 ed è il primo in Italia ad essere automatizzato. Al momento possiamo solo imbottigliare le acque termali Ausonia e San Lorenzo (Lindos)’’.
Però trovare la vostra acqua sugli scaffali è un’impresa….
‘’ La Bognanco ha sempre cercato in questi 20 anni di adeguare le proprie strategie per stare sui mercati, non solo per le sue acque anche con la Spa e il conseguente turismo, che restituisce un po' di vita per 365 giorni l’anno a questa valle che tutti hanno abbandonato. Negli ultimi cinque anni, dalla pandemia in poi, tra crisi energetica e aumento dei prezzi delle materie prime, l’intensificarsi della concorrenza (pensiamo ai depuratori, un ristorante su quattro ci serve questa acqua in tavola) e infine la mancanza di CO2 per produrre l’acqua gasata, tutto questo ha determinato un crollo della produzione’’.