Si è concluso con un lungo, sentito applauso l’incontro con Dacia Maraini tenutosi ieri sera al teatro La Fabbrica di Villadossola. Un folto pubblico ha accolto la scrittrice che, in dialogo con Antonella Marangon, ha raccontato il periodo più buio della sua vita: la reclusione in un campo di concentramento in Giappone, quando era soltanto una bambina. L’autrice è stata l’ospite d’onore di “Idee di marzo”, la rassegna culturale interamente dedicata alle donne promossa dal comune.
Maraini ha presentato il suo ultimo romanzo, “Vita mia”, in cui ripercorre quei due anni, dal 1943 al 1945, in cui insieme alla sua famiglia – il padre Fosco, la madre Topazia e le due sorelle - ha vissuto prigioniera, “sempre al limite tra la vita e la morte – ricorda la scrittrice -. Ci davano 20 grammi di riso al giorno. Le guardie erano sadiche, provavano soddisfazione a vederci soffrire”.
Una ferita ancora aperta, nonostante gli anni trascorsi, tanto che Maraini ha avuto non poche difficoltà a raccontare la sua esperienza in un libro: “Ho iniziato questo romanzo molti anni fa, ma non riuscivo a portarlo a termine – racconta l’autrice -. Riaprire quelle ferite è stato difficile, ma poi ho capito che per me era anche, in un certo senso, terapeutico. Scrivere mi ha permesso di riportare alla mente ricordi che pensavo di aver rimosso e di affrontare il passato”.
Di quel periodo, la scrittrice non ha però dimenticato “il coraggio di mio padre e di mia madre, che pur di rimanere fedeli alle proprie idee, rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, hanno affrontato l’inferno”. La famiglia Maraini, infatti, non è stata fatta prigioniera per caso: si trovava in Giappone a causa del lavoro del padre Fosco, antropologo e orientalista, che aveva vinto una borsa di studio e si era trasferito con tutta la famiglia per motivi lavorativi. Ma nel 1943 tutti gli italiani residenti all’estero erano stati rintracciati e costretti a firmare per l’adesione alla Repubblica di Salò. I coniugi Maraini, però, non si sono piegati al regime, finendo per essere accusati di tradimento dal regime di Tokyo.
Nel corso della serata, Dacia Maraini ha affrontato anche altri temi fondamentali per la sua opera e non solo. Uno su tutti quello del femminismo e della condizione delle donne nella società contemporanea. Temi che hanno profondamente segnato la carriera della scrittrice e che hanno fatto di lei uno dei punti di riferimento del movimento femminista contemporaneo.