Dopo l’annuncio arrivato a giugno 2024, il momento tanto discusso è arrivato. Da oggi, mercoledì 1° ottobre, padre Fausto Panepinto non è più il parroco della Cappuccina e lascia il testimone a don Vincenzo Barone, già parroco di Domodossola. Finisce dunque definitivamente l’epoca dei frati cappuccini in città, iniziata grazie al lavoro di padre Michelangelo portato avanti, dal 1995, da padre Fausto. Un lavoro che ha coinvolto non solo la comunità religiosa, ma anche la vita sociale dell’intera città.
L’annuncio, va ricordato, aveva fin da subito generato proteste e malcontento nei parrocchiani, che si sono prodigati con raccolte firme per chiedere di trovare un’altra soluzione. La motivazione che ha portato all’addio dei frati a Domodossola, però, non è mai cambiata e non sembra possibile porvi rimedio: i cappuccini devono lasciare la città per mancanza di nuove vocazioni.
Se il passaggio di consegne ufficiale è avvenuto oggi, il saluto da parte della città è previsto per il fine settimana. Sabato 4 ottobre alle 17.30 è infatti in programma una messa di saluto da parte della comunità della Cappuccina, seguita da un rinfresco all’ex casa del fanciullo. Domenica 5 ottobre, invece, sempre alle 17.30 la celebrazione ufficiale, alla presenza del vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla, per il saluto definitivo ai frati e l’accoglienza del nuovo parroco. Una messa, quest’ultima, alla quale molti fedeli non hanno intenzione di partecipare, in segno di protesta.
"Non avrei mai e poi mai immaginato di trovarmi in questa triste realtà, dove molti ricordi hanno lasciato un segno profondo nel cuore nel bene che nel male", le parole di Germano Bacchetta, ex ragazzo del fanciullo e del Treno dei Bimbi. "Non tutti i ricordi sono felici e non tutti quegli anni furono spensierati, per me e per molti miei compagni di avventura la casa del fanciullo e l’intera Cappuccina che oggi ospita famiglie bisognose, rimarrà solamente un ricordo amaro di un’infanzia per certi versi incancellabile, ma allo stesso tempo, la vera testimonianza di un periodo difficilissimo che tutt’ora rimane solo un ricordo confuso e direi ancora ad oggi non ben definito. Nonostante tutto è stato meraviglioso in questi ultimi anni rincontrarsi di nuovo, ricordando ciò che eravamo e dove siamo arrivati, aprendo tutti insieme quei cassetti della memoria".
Oltre alla tristezza per l'addio dei frati, Bacchetta esprime anche preoccupazione per il futuro delle strutture da loro gestite, in particolare per il Treno dei Bimbi di Croveo: "Come sempre bocche cucite, in grande attesa per questa imponente struttura, un posto così speciale e allo stesso tempo impensabile che possa realmente chiudere con la sua lunga storia e il suo grande significato che rappresenta un ricordo prezioso di libertà e di crescita personale. Un vero patrimonio irrinunciabile che ha lasciato a tutti un’impronta indelebile nella propria via e che merita assolutamente di essere preservato per le future generazioni".