Tra le cose che mostra c’è anche la "colomba di Taybeh", la lampada votiva in olio d'oliva proveniente dal villaggio palestinese di Taybeh, usata in chiese in Italia come simbolo di pace e comunione. Un simbolo della presenza cristiana di Taybeh, il villaggio palestinese in Cisgiordania, 15 chilometri a nord-est di Gerusalemme, nel Governatorato di Ramallah.
Don Nandino Capovilla, parroco di Marghera e da oltre 20 anni impegnato per la Palestina con la campagna ‘Ponti e non muri’’ di Pax Christi, parla per un’ora e mezza all’oratorio di Villadossola. All’incontro, organizzato dalle parrocchie di Villadossola e della Valle Antrona per riflettere su quanto succede in Palestina, almeno 110-120 persone. In sala anche il parroco di Villa, don Massimo Bottarel, e al suo collaboratore don Renato Sacco.
Un lungo, accorato discorso durante il quale mostra la colomba, che è anche esposta nella chiesa di Villadossola. Un discorso che ruota attorno all’impresa della Flotilla, abbordata nelle scorse ore da navi militari israeliane, a meno di 70 miglia da Gaza.
‘’Che legge ha violato la Flotilla? Nessuna’’ chiede, dando una risposta don Nandino che aggiunge: ‘’Se è lecito e giusto portare aiuti all’Ucraina è altrettanto giusto e lecito portali a Gaza. Siamo di parte quando diciamo questo? Sì, siamo dalla parte del Diritto Internazionale ma siamo anche di fronte alla distruzione di Gaza, alla distruzione dell’identità di un popolo’’. E racconta elle sue esperienze con i pellegrinaggi in Palestina, sino a quando non è stato espulso e gli è stato impedito di tornare.
Dice che ‘’il massacro di Gaza si sta ora ripetendo in Cisgiordania’’ e aggiunge che è bene da parte di molti Stati ‘’riconoscere la Palestina: ma siamo arrivati tardi’’ nel sostengo a un popolo, quello palestinese ‘’al quale hanno tolto tutto, anche la dignità’’.