“A Domodossola sembra di vivere in un esperimento urbano: metà città ferma, metà in corsa”. Sono parole di Maria Elena Gandolfi, consigliere comunale della Lega, che attacca l’amministrazione chiedendo una migliore organizzazione dei lavori pubblici, che stanno creando non pochi disagi alla circolazione, e un maggiore controllo. Queste le sue parole:
“Da un lato i “bloccati cronici”, costretti in coda davanti a cantieri che sembrano immortali, in un gioco dell’oca senza via d’uscita. Dall’altro i “piloti della domenica”, che in auto, motorino o in scooter sfrecciano come se stessero girando Fast & Furious edizione ossolana. Il risultato? Un piccolo capolavoro di caos: chi non riesce a muoversi e chi non riesce a stare fermo cercano di convivere. E gli altri? Gli altri a cercare parcheggio.
Avete presente come il carrello della spesa si riempie senza criterio quando la fame guida lo shopping? Ecco, così è la programmazione dei lavori pubblici in città, con tutti i cantieri aperti contemporaneamente: pavimentazione, buche, asfaltature, tombini, muretti. Una programmazione seria sarebbe una roba da noiosi burocrati. L’attuale amministrazione preferisce il “creative chaos”: mesi di deviazioni e tanta suspense su quando finirà tutto e poi, colpo di scena, appena chiuso un cantiere, se ne apre un altro.
Ma i cantieri sono solo metà del dramma. Non parlerò di parcheggi, voglio parlare delle auto che sfrecciano in centro e dei motorini che impennano, di scooter che fanno più rumore di un martello pneumatico e di auto che tagliano curve come se stessero per vincere la Coppa del Comune. Tutto questo su strade dove il limite dovrebbe essere 30 km orari, se solo qualcuno lo ricordasse. Dopo ogni incidente, come l’auto cappottata vicino ai giardinetti (chissà che sorpresa, eh?), tutti a chiedersi: "Come mai?". Misterioso, veramente.
La soluzione: non serve un miracolo, basterebbe il buonsenso: limite di 30 km/h nei punti sensibili della città, chiaro e rispettato. Pattuglie vere, visibili, non il loro ricordo sbiadito: anche solo 15 minuti prima e dopo l’ingresso alle scuole farebbero la differenza, il deterrente funziona quando esiste… Sempre che non si voglia misurare il rumore delle marmitte, che non sono un tecnico, ma, mi azzardo a dire, dal volume sembrerebbero truccate.
Se poi vogliamo proprio esagerare: coordinare i cantieri. Un po’ di buon senso basterebbe a restituire alla città un minimo di ordine, e ai cittadini un po’ di nervosismo in meno.
Domodossola non dovrebbe essere né una pista da Moto Gp, né un cantiere a cielo aperto. Dovrebbe essere una città dove poter circolare, camminare, respirare e dormire senza tappi nelle orecchie o slalom quotidiani.
Chi deve programmare programmi. Chi deve controllare controlli. Chi vuole correre, si iscriva a una gara. E chi cerca parcheggio… beh, continui pure a farsi il segno della croce: è l’unico modo per sperare nel miracolo”.