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Economia | 05 novembre 2025, 14:30

Ufis porta in Europa il caso frontalieri: esposto contro le violazioni italiane

L’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera deposita alla Commissione UE un dossier sulle discriminazioni e le irregolarità subite dai lavoratori transfrontalieri

Ufis porta in Europa il caso frontalieri: esposto contro le violazioni italiane

L’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera (Ufis) ha presentato alla Commissione europea un esposto dettagliato per segnalare le possibili violazioni del diritto dell’Unione e degli accordi bilaterali Italia–Svizzera da parte dello Stato italiano e, in alcuni casi, di prassi cantonali ticinesi con ricadute dirette sui lavoratori frontalieri.

Il documento – frutto di un ampio lavoro di raccolta di testimonianze, documentazione e analisi normativa – è stato trasmesso alla Commissione, in particolare alle Direzioni Generali Empl (Occupazione e Affari sociali) e Grow (Mercato interno), con l’obiettivo di richiamare l’attenzione delle istituzioni europee sulle criticità che da anni gravano sulla categoria.

Le contestazioni principali

Nel dossier UFIS vengono elencati diversi profili di illegittimità che penalizzano i lavoratori frontalieri:

l’introduzione della cosiddetta “tassa sanità” regionale, che comporta una doppia imposizione per chi è già assicurato in Svizzera;

la discriminazione tra “vecchi” e “nuovi” frontalieri prevista dal nuovo Accordo Italia–Svizzera e dalla sua attuazione italiana;

i ritardi nell’erogazione della NASpI per mancanza di istruzioni operative e prassi non conformi al diritto UE;

l’uso improprio dei ristorni fiscali, non coerente con le finalità stabilite dagli accordi;

gravi carenze di coordinamento amministrativo tra Italia e Svizzera;

e infine violazioni dei principi europei di parità di trattamento, proporzionalità e certezza del diritto.

Le richieste alla Commissione europea

UFIS chiede alla Commissione di valutare l’avvio di una procedura d’infrazione contro l’Italia ai sensi dell’art. 258 del TFUE, nonché di istituire un tavolo tecnico trilaterale UE–Italia–Svizzera, con la partecipazione delle parti sociali, per garantire l’uniforme applicazione del diritto europeo.
Tra le richieste anche un coordinamento con l’Efta Surveillance Authority per monitorare e correggere eventuali prassi cantonali in contrasto con i principi di reciprocità.

Gli obiettivi per i lavoratori

Con questa azione, la prima di tale portata promossa da un sindacato dei frontalieri in sede europea, UFIS intende:

eliminare le discriminazioni tra lavoratori “vecchi” e “nuovi”;

bloccare la tassa sanitaria regionale;

migliorare le condizioni di smart working transfrontaliero;

rendere effettiva la NASpI per i frontalieri;

vincolare i ristorni fiscali ai reali bisogni dei territori di confine;

rafforzare la cooperazione tra amministrazioni italiane e svizzere.

Un passo storico per la tutela dei frontalieri

«Portare il caso frontalieri in Europa – spiegano da Ufis – significa chiedere un giudizio terzo e autorevole sul rispetto degli impegni assunti dall’Italia con l’Unione Europea e con la Svizzera. È un passo necessario per ristabilire certezza del diritto, equità fiscale e tutela sociale, oggi compromesse da scelte e prassi che riteniamo contrarie ai Trattati e alla Carta dei diritti fondamentali».

Redazione

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