Diciottomila dipendenti, il 10,21% del prodotto interno lordo provinciale, cui va aggiunto il 7% di edilizia e turismo, una produzione in leggera ripresa dallo 0,1% dei primi 3 mesi allo 0,5% del secondo trimestre 2025. Questo il quadro della situazione del comparto manufatturiero tracciato dal neo presidente di Unione industriale Vco Fausto Milanesi, ieri pomeriggio nella relazione introduttiva all’assemblea al Regina Palace Hotel di Stresa su “Le sfide e i nuovi orizzonti dell’industria”.
Dall’indagine previsionale sull’ultimo trimestre dalla quale emerge “un saldo positivo tra ottimisti e pessimisti su produzione, occupazione, investimenti. La cassa integrazione, però, è in aumento, le imprese del Vco attraversano un periodo complesso a causa del rapido evolversi della situazione geopolitica che le imprese percepiscono ma non riescono a governare. Ma, è proprio nei momenti difficili che, come paese, riusciamo a dare il meglio. Seguiamo con interesse il ritorno in Italia di produzioni che sembravano essere state destinate ai paesi asiatici, in prospettiva potrebbero rilanciare i distretti (come il casalingo, ndr). Chiediamo maggiori investimenti infrastrutturali. La superstrada dell’Ossola, per fare un esempio, non si sta dimostrando un collegamento sufficientemente veloce con le nostre industrie in quella zona. Puntiamo sulla resilienza che le nostre imprese stanno già dimostrando, seco sostenibilità compatibile anche sul piano economico, su costi dell’energia più accessibili, su una politica fiscale più equa”.
“L’industria manifatturiera – ha esordito il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio – paga un terzo degli stipendi dei lavoratori piemontesi, copre il 10% del Pil, ma emergono altri settori come il turismo che ha trasformato Torino da città solo industriale in vacanziera. Come territorio siamo fondamentali nella logistica: tanto la Tav quanto la Genova-Rotterdam passano del Piemonte. La prevalenza dei paesi del centro-nord Europa che puntavano sul commercio a scapito dell’industria sta venendo meno. L’Unione Europea sta rivedendo il green deal ideologico che questi Paesi avevano imposto. I grandi eventi sportivi stanno diventando fonti di ricchezza: sono costretto ad assentarmi anzitempo dall’assemblea per partecipare all’inaugurazione delle Atp Finals di Tennis”.
Il rettore del Politecnico di Torino, Stefano Paolo Corgnati, ha recepito lo spunto di Milanesi sulla maggiore integrazione tra industria e scuola che Unione industriale Vco persegue da anni: “Oggi gli studenti vengono da noi perché vogliono fare impresa. Per questo costituiamo team d’impresa nei quali i nostri studenti elaborano dei progetti, ipotizzano costi e individuano fonti di finanziamento. Il mio rammarico è che nessuno, al momento, progetti di fare lo stesso per la pubblica amministrazione. Mi sto attrezzando per colmare questa lacuna”.
Alberto Alessi, dell’omonima industria di design industriale, ha ripercorso la storia dell’azienda di famiglia: “Noi non interveniamo sui bisogni ma sui sogni e cerchiamo di stimolarne di nuovi. Nel corso degli anni siamo passati dalle grandi firme del design ai giovani. In ogni decennio cerchiamo idee nuove al passo con i tempi. Abbiamo anche una sezione borderline per i progetti ai quali non riusciamo a trovare un mercato”.
Ad Antonio Gozzi, advisor di Confindustria per l’autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività è toccato Unione industriale ha affidato il compito di indicare i nuovo orizzonti. Ne è uscito un quadro poco rassicurante: “L’Europa ha perso, negli ultimi 20 anni, un quarto della competitività rispetto agli Stati Uniti. Venti anni fa era praticamente alla pari. Sono reduce da un trilaterale a Bruxelles con Germania e Francia. Italia e Francia sono favorevoli a dazi all’import di elettro acciaio dalla Cina, la Germania è ostile perché ha già sottoscritto un accordo per l’importazione di componenti cinesi per le sue auto. L’Europa federale auspicata da Mario Draghi non sorgerà mai, ma anche un’Europa degli stati fatica ad emergere”. In sintesi, la battaglia, è quasi perduta: “Possiamo recuperare solo sugli Stati Uniti, la Cina è fuori dalla nostra portata, ma dobbiamo fare in fretta trovare un accordo fra Stati”.























