“Arriba! siempre arriba!”, il 23 settembre del 1910 Jorge Chàvez trasvolava le Alpi
Oggi sono 109 anni dall’ardita impresa aviatoria, dal tragico epilogo, che portò il nome di Jorge Chavez Dartnell nella storia dell’aviazione mondiale.
Il pilota nato a Parigi da una ricca famiglia di banchieri peruviani esuli dalla loro terra segnata dalla guerra, prende il brevetto di volo nel febbraio del 1910, partecipa a diverse competizioni aviatorie tra cui il fatale “Gran Premio della Trasvolata delle Alpi” indetto dal Touring Club Italiano.
Sebbene il ventitreenne Geo, così ribattezzato dagli abitanti di Domo dove soggiornò diverso tempo in preparazione dell’impresa, fosse fresco di brevetto ottenne il record mondiale di altitudine il 3 agosto volando a 1643 metri, record che migliorò un mese dopo volando 2652 metri.
Forte di questi record era sicuro della capacità tecnica del suo mezzo di poter affrontare la trasvolata, il passo del Sempione d'altronde supera di poco i 2000 metri. Quello che non si aspettava, probabilmente, erano le forti correnti ascensionali che misero a dura prova l’integrità strutturale del velivolo, costruito con un ossatura di legno e rivestito di tela.
L’impresa sembrò volgere al meglio quando l’apparecchio comparve alla vista degli spettatori che lo attendevano sul piano tra Villa e Domo dove sarebbe atterrato per uno scalo tecnico per ripartire alla volta di Stresa ed infine giungere al traguardo di Milano.
Durante l’atterraggio però le ali indebolite dalle torbulenze si spezzarono sotto il carico aerodinamico facendo precipitare lo sventurato da un’altezza di una ventina di metri.
Quando lo soccorsero le condizioni, seppur serie, non lasciarono presagire l’esito infausto delle ferite che quattro giorni dopo lo portarono alla morte all’ospedale San Biagio, i presenti narrarono che le sue ultime parole fossero "arriba! siempre arriba!" in alto, sempre in alto.
“...che in cielo, un dì, mirabilmente muto passar fu visto, come Dio, seduto! un uomo! l’uomo alato! che discese e che sparì...” scrisse Giovanni Pascoli nella sua ode “A Chavez”, l’impresa fu fonte di ispirazione non solo per una miriade di giovani che vollero avvicinarsi alla nascente aviazione, ma anche ad artisti, molti di essi futuristi, e filosofi che vedevano in Geo un novello Icaro che raccolse la sfida al Cielo.
Nelle immagini allegate la visita del 2018 di una delegazione peruviana a Domo