Si torna a parlare della carenza di servizi sanitari nella provincia del Vco, e in particolare in Ossola. A intervenire sul tema è il dottor Davide Bonacci, referente di Insieme per un dono, che denuncia la situazione di svantaggio vissuta dal territorio ossolano, in termini di posti letto e di dipendenti.
“A dimostrazione che il baricentro dei servizi sanitari sul nostro territorio è decisamente spostato a sud – le parole del dottor Bonacci - pubblichiamo questa analisi dettagliata che prende in considerazione tutti i parametri che fanno capo alla questione sanità del Vco. Togliere l'unico servizio sanitario pubblico all’Ossola significa affondarla definitivamente e penalizzarla in maniera ancora più pesante di quanto già fatto con la costituzione della provincia del Vc...o”.
Prosegue Bonacci: “L’offerta sanitaria provinciale deve essere considerata nel suo complesso, e per un’analisi corretta non si deve prendere in considerazione la sola componente ospedaliera, ma anche quella ambulatoriale e riabilitativa, direzionale, di prevenzione e formazione; tuttavia, il parametro più oggettivo per avere un’idea precisa dell’offerta sanitaria di un determinato territorio resta comunque la presenza di posti letto in strutture pubbliche, private o convenzionate. Per quanto riguarda la nostra provincia, da un'analisi dei dati emerge una significativa disparità tra le tre aree geografiche:
- Verbano: totale 747 posti letto (ospedale Castelli, Verbania: 175; Istituto Auxologico Italiano, Piancavallo: 352; Eremo di Miazzina, Cambiasca: 220; Villa Caramora, Verbania 0; corso di laurea in scienze infermieristiche, Verbania: 0). Circa 4500 dipendenti tra interni ed esterni;
- Cusio: totale 189 posti letto (Centro Ortopedico di Quadrante, Omegna: 91; Istituto Raffaele Garofalo, Gravellona Toce: 98; direzione generale Asl, Omegna: 0; Spresal, Crusinallo: 0). Circa 1300 dipendenti tra interni ed esterni.
- Ossola: totale 131 posti letto (ospedale San Biagio, Domodossola: 131). Circa 80 dipendenti tra interni ed esterni.
Questi dati evidenziano la pesante, storica, penalizzazione dell’Ossola che, pur essendo un vasto territorio montano ed avendo una popolazione di 63.553 abitanti sui circa 153.000 dell’intero Vco, dispone dei soli 131 posti letto dell’Ospedale San Biagio di Domodossola che generano circa 800 posti di lavoro. Tale situazione risulta particolarmente pesante se si considerano le difficoltà logistiche e la distanza che separa molti cittadini dalle altre strutture sanitarie della Provincia, soprattutto durante i mesi invernali o in situazioni di emergenza”.
“Questa penalizzante disparità – sottolinea il referente di Insieme per un dono - risulta particolarmente marcata se confrontata con il Verbano, dotato di ben 747 posti letto, data la presenza di diverse strutture ospedaliere pubbliche e convenzionate, del centro medico-diagnostico di Villa Caramora e del corso universitario di scienze infermieristiche che globalmente garantiscono più di 4.500 posti di lavoro. Anche il Cusio, pur avendo una dotazione di posti letto media inferiore rispetto al Verbano, con il Centro Ortopedico di Quadrante e l’Istituto Garofalo, oltre al futuro Ospedale di Comunità che sarà costruito a Gravellona, ha comunque un servizio sanitario molto più bilanciato sia a livello occupazionale, sia a livello di posti letto, rispetto a quello presente in Ossola; considerando anche l’importante presenza ad Omegna della direzione generale dell’Asl e dello Spresal a Crusinallo, l’occupazione legata alla sanità ammonta a circa 1.300 unità. È evidente che questa disomogeneità compromette di fatto il principio costituzionale di equità nell’accesso ai servizi sanitari di tutti i cittadini del Vco”.
Il dottor Davide Bonacci evidenzia poi quali sono gli interventi che potrebbero essere fatti in Ossola per garantire un servizio sanitario migliore: “Il territorio ossolano necessita di un investimento significativo per garantire una dotazione di servizi territoriali e posti letto adeguata, capace di bilanciare, almeno in parte, la grave disparità attualmente esistente; tale intervento di medio e lungo periodo potrebbe essere articolato su 3 direttrici:
1) Ristrutturazione e ampliamento dell'ospedale San Biagio di Domodossola, sede di Dea di primo livello, con l’aggiunta di reparti e di posti letto dedicati sia agli acuti che alla riabilitazione.
2) Parallelo potenziamento dei servizi di emergenza (elisoccorso e ambulanze medicalizzate) e delle infrastrutture territoriali (Case della Salute, Ospedali di Comunità) al fine di garantire un accesso tempestivo alle cure e agli esami di base utili a ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso.
3) Progettazione e costruzione una nuova struttura ospedaliera provinciale nell’area ossolana, capace di bilanciare definitivamente l’offerta sanitaria su tutto il territorio del Vco.
Così come indicato nell’ultimo punto, nel caso in cui si ritenga necessaria la costruzione di una nuova ed unica struttura ospedaliera provinciale, essa deve essere ubicata in Ossola, sia per riequilibrare l’offerta sanitaria provinciale su tutto il territorio, sia perché le aree dove può attualmente essere avviata in tempi accettabili la costruzione di un’opera di questa importanza sono situate nella piana della Val d’Ossola, in particolare tra il comune di Piedimulera e di Domodossola”.
“Inoltre – conclude Bonacci - è facilmente ipotizzabile come l’ospedale Castelli di Verbania sia più facilmente riconvertibile in ambito sanitario, anche con un eventuale partenariato con il privato, rispetto all’ospedale San Biagio di Domodossola. Realizzando la presente proposta si riuscirebbe a garantire un’offerta sanitaria di qualità garantendo allo stesso tempo un’equilibrata distribuzione di posti di lavoro nelle 3 diverse aree che compongono il Vco”.