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Politica | 29 marzo 2021, 19:00

Vigezzina: partito l’iter della “legge Borghi” alla Camera

La "licenza" scade il 31 agosto 2021

Vigezzina: partito l’iter della “legge Borghi” alla Camera

E’ partito ufficialmente in commissione trasporti alla Camera dei Deputati l’iter della cosiddetta “legge Borghi”, la normativa che si propone di rinnovare la concessione della linea ferroviaria Domodossola-Locarno, la “Vigezzina”, alla “Società Subalpina di Imprese Ferroviarie” che in forza del trattato internazionale  italo-elvetico del 1919 esercisce la tratta in abbinata con l’omologa svizzera Fart. 
Al deputato ossolano, che è stato anche nominato relatore del provvedimento, ci siamo rivolti per capire gli sviluppi. 

Onorevole Borghi, quando venne depositata la sua legge qualcuno pensò solo a una normativa di bandiera. Invece l’iter è partito... 
“Si, il gruppo del Partito Democratico, attraverso il capogruppo in commissione trasporti Davide Gariglio, ha chiesto che la mia proposta di legge venisse calendarizzata con urgenza, e tutte le altre forze politiche in seno all’ufficio di presidenza hanno accettato. Mi pare già un buon viatico”. 

Ci possono essere problematiche? 
“Sul piano politico, non mi sembra che ce ne siano. Mercoledì in commissione è prevista la prosecuzione della discussione generale, e di seguito con ogni probabilità verrà fissato il termine per la presentazione degli emendamenti. Sul piano tecnico, occorre approfondire alcuni aspetti”. 

Di che tipo? 
“Vi è una interpretazione da parte di alcuni uffici ministeriali tesa a ritenere che la proroga della concessione sia esclusivamente da definire in tempi limitati per poi procedere ad una gara europea per l’affidamento della concessione. E quindi in tal senso, vi sarebbe una restrizione temporale della mia proposta di rinnovo. A mio avviso questa interpretazione si scontra contro il profilo di peculiarità giuridica della concessione, soggetta al diritto internazionale”. 

Può spiegarci meglio? 
“La ferrovia Domodossola-Locarno è un “unicum” giuridico, in quanto prevista da un trattato internazionale del 1919 che esplicita chi debbano essere i soggetti gestori. Immaginare di introdurre una normativa di gara europea in questa fattispecie a mio avviso rischierebbe di aprire la strada ad una controversia di carattere diplomatico con la Confederazione Elvetica, che ha già provveduto al rinnovo alla Fart per 25 anni proprio in virtù dell’articolo 1 del trattato, oltre che inficiare sul piano giuridico la fondatezza di un eventuale nuovo affidamento. Va tenuto anche in debito conto il fatto che la Svizzera non fa parte dell’Unione Europea. Sono aspetti che dovremo necessariamente affrontare nelle prossime settimane, in un confronto con tutti i ministeri interessati”. 

Redazione

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