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Cultura | 18 giugno 2021, 12:04

Alle 17 la presentazione dei nuovi spazi di Palazzo San Francesco

Arte temporanea e permanente, scienze naturali e archeologia nel nuovo museo di Domodossola

Alle 17 la presentazione  dei nuovi spazi di Palazzo San Francesco

Ecco come si presenterà ai cittadini Palazzo San Francesco il 18 giugno, dopo la presentazione alle 17, in piazza mercato da parte del sindaco Lucio Pizzi, degli assessori domesi e del curatore del museo Antonio D'Amico.

Al piano terra ci sarà la Mostra temporanea ‘Incanto e disincanto. La forza delle idee’. curata da Antonio D’Amico. L'esposizione sarà visibile fino al 31 dicembre 2021. Grazie alla collaborazione del Comune e dei musei civici con la Diocesi di Novara e alcune collezioni private, tra le navate della chiesa-museo, il visitatore viene accolto da un’esposizione temporanea in tre sezioni che punta a dare risalto alla storia del Palazzo, dall’origine francescana alla creazione dei musei, con quadri sulla ritrattistica del fondatore e di altri protagonisti e con una parte centrale su San Francesco d’Assisi, dove l'opera più importante è il San Francesco riceve le stimmate di Guercino, la grande pala d’altare custodita nella Cattedrale di Novara. «L'opera oggetto di un furto poi di un ritrovamento – ha detto D'Amico - torna nel nostro territorio con grande orgoglio: è collocata in quello che un tempo era l'altare maggiore e quindi ritorna ad essere la pala d'altare di un'antica chiesa».

«Entrando nei musei civici di Palazzo San Francesco – dice Antonio D’Amico direttore dei Musei e curatore della mostra - si respira la forza delle idee, sviluppate da uomini che hanno creduto nei valori dell’arte e dell’educazione. Palazzo San Francesco si nutre dell’incanto che poi diventa vita vissuta. Questa è la testimonianza di San Francesco che, innamorato di Cristo, lascia tutto per immergersi nella semplicità e nella bellezza con povertà e umiltà, rivoluzionando però la cultura del Medioevo e creando uno degli ordini religiosi più importanti al mondo». Oltre a Guercino, opere di Tanzio da Varallo, Federico Barocci, Bartolomeo Passerotti, di Charles Mellin e Ceranino e ancora un'opera di Bartolomé Esteban Murillo che raffigura San Francesco che abbraccia il crocifisso, un quadro che arrivato dall'America ed ha una storia curiosa. «È stata acquista in un' asta americana – ha detto D'Amico - da un americano e non pensavo potesse arrivare a Domodossola. Sono entrato in contatto con un gallerista siamo arrivati al proprietario americano che aveva una nonna di Domodossola e allora grazia a questa memoria abbiamo qui l'opera».

Al primo piano si entra nel Museo di Scienze Naturali e si viene accolti dall'installazione luminosa Foresta giardino,  perno intorno al quale ruota l'allestimento con una ricchissima selezione di animali impagliati di grande, media e piccola taglia, una importante collezione di minerali, tra i quali si possono ammirare quelli dello studioso Giorgio Spezia, una puntuale stratigrafia del Sempione, una sezione di botanica, con particolare riferimento a specie dell’Ossola, e ancora entomologia, malacologia, anatomia comparata e alcuni interessanti reperti organici.

Tutti gli elementi esposti sono accomunati dall’appartenenza alla natura con i suoi processi e cicli vitali, un rapporto che, dentro al Museo di Domodossola, viene esaltato attraverso l’arte contemporanea. Le pareti, grazie ai colori e agli interventi permanenti pensati dall’artista Gianluca Quaglia, sono dipinte con colori che rappresentano il passaggio dal giorno alla notte. Rosa, azzurro pallido, azzurro chiaro, azzurro, arancio, blu e blu scuro. L'artista è intervenuto su intonaci preesistenti facendo affiorare piccole porzioni di cielo e stelle colorate.

Al secondo piano vi sono la sezione Archeologica, la Pinacoteca, e la sezione di Arte Sacra – Grafica , è concepito come uno spazio in movimento, in cui si entra a contatto con l’arte nelle sue declinazioni più intime, dalle origini lontanissime dell’identità umana con il museo archeologico, fino alla Pinacoteca con dipinti e disegni databili tra la fine del Cinquecento e il Novecento, realizzati prevalentemente da artisti vigezzini.

Nella sezione archeologica si possono ammirare manufatti di diverse età e culture, come quella dell’antico Egitto, della preistoria, dell’età leponzia, ossia dei primi abitanti di Domodossola, e della romanità. Soprattutto, ritorna a Domodossola e ed è visibile per la prima volta, dopo un accurato restauro, il corredo preziosissimo della tomba del guerriero ossolano Claro Fuenno. L’elevato ceto di appartenenza è sottolineato dalla presenza di una spada, di una lancia, dei balsamari e delle raffinate coppe vitree, come quella a nastri policromi di probabile provenienza dal Mediterraneo orientale.

L’arte sacra è rappresentata da suppellettili liturgiche in tessuto, argento e oro, e da un apparato suggestivo di vetri dipinti, intagli e sculture lignee policrome provenienti dal territorio, ma anche dall’origine scultorea in pietra della chiesa di San Francesco, grazie al rinvenimento di chiavi di volta, colonnine e basi scolpite, un lacerto d’affresco e un suggestivo rosone sul quale si susseguono i volti dei Laboratores medioevali: religiosi, guerrieri e contadini.

Dentro i tavoli lignei appositamente progettati dall’architetto Paolo Carlo Rancati e sono presentati 33 disegni che la Fondazione ha ottenuto da donatori ossolani alla fine dell’Ottocento. Si tratta di un corredo grafico di notevole rilevanza che va dalla fine del Cinquecento agli albori del Novecento. Sono disegni che riprendono importanti opere d’arte del Seicento, a testimonianza della diffusione anche in Ossola dell’arte di prim’ordine tra Roma e Bologna. Disegni che riprendono opere di Annibale Carracci, Domenichino, Ciro Ferri e Carlo Maratti e poi due attribuiti all’artista fiammingo Jan Brueghel dei velluti.

Al centro del secondo piano c’è la Pinacoteca degli artisti vigezzini, declinata attraverso le tre scuole dell’Ossola, quella di Craveggia, quella di Buttogno e la scuola Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore. Si parte con le grandi pale d’altare di Giuseppe Mattia Borgnis che, nel cuore del Settecento, ha portato il linguaggio pittorico ossolano fino in Inghilterra, e di Lorenzo Peretti senior, raffinato ritrattista della quotidianità. Cuore dell’esposizione sono le opere del patriottico Giuseppe Rossetti, artista grazie al quale ha avuto inizio la collezione di dipinti del Comune di Domodossola. Tra gli altri, suo è l’intrigante quanto affascinante dipinto con i Ritratti dei pittori antichi e moderni, un consesso ideale che vede riuniti intorno a Michelangelo e Raffaello gran parte degli artisti ossolani. Romantica è la sezione dedicata alle opere di Carlo Gaudenzio Lupetti, di Bernardino Peretti, di Antonio Maria Cotti e di Giovanni Baratta, pittori che nel corso dell’Ottocento sviluppano una forte sensibilità che li avvicina ai venti della Belle époque.

I Musei Civici Gian Giacomo Galletti sono documentati e illustrati in una guida edita da Sagep Editori.

Orari estivi

19 giugno – 10 ottobre 2021 Venerdì-sabato-domenica 10/12 – 15/19

Orari invernali

16 ottobre – 31 dicembre 2021 Sabato e domenica 10/12 – 15/18

*i giorni e gli orari possono variare a causa della situazione pandemica.

Biglietti

€ 5,00 intero
€ 2,00 scuole
€ 3,00 universitari con tesserino
€ 2,00 over 65 e diversamente abili

Biglietto cumulativo con Palazzo Silva fino al 10 ottobre:
€ 6,00 intero
€ 3,00 scuole
€ 4,00 universitari con tesserino

€ 2,00 over 65 e diversamente abili
Gratis: bambini fino a 5 anni, guide, interpreti e accompagnatori turistici, insegnanti accompagnatori di classe, tesserati AMO e Tessera Regionale Musei.

Visite guidate

€ 2,00 adulti (gruppo con un minimo di 5 persone)
€ 1,00 a studente
È necessario prenotare la visita guidata.

Mary Borri

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