/ Anzasca

Anzasca | 11 agosto 2021, 17:40

Ancora predazioni del lupo negli alpeggi della Valle Anzasca

Gli allevatori vanno aiutati e difesi o aspettiamo che abbandonino i pascoli d’alta montagna?

Ancora predazioni del lupo negli alpeggi della Valle Anzasca

Negli alpeggi alti di Macugnaga è tornato a colpire il lupo. Una serie di predazioni si sono avute a Pedriola e nella zona di Rosareccio.

Uno dei pastori racconta: «Pochi giorni or sono, in una giornata di nebbia e pioggia, ero a controllare le mie capre: purtroppo la fitta nebbia non mi permetteva un’ampia visuale. Un colpo di vento spazza la nebbia e, a meno di cento metri da me, vedo un lupo che si mangia una delle mie capre. Non se ne può più!».
Luca Marta, giovane allevatore che assieme al fratello sale con le sue bestie a Pedriola mostra alcune fotografie molto eloquenti e aggiunge: «Lei era "Chicchi" la nostra ultima capra ... la sopravvissuta all'attacco dei lupi di due anni fa. Era la mascotte della stalla, cresciuta insieme ai vitelli.

Sabato mattina è stata barbaramente uccisa dai lupi a 20 metri dal rifugio Zamboni Zappa, due ore dopo che nello stesso punto, molte persone hanno guardato le stelle con i cannocchiali.

Se ci fosse stata una tenda con all'interno un bambino che si svegliava per andare in bagno, cosa avrebbe potuto succedere? Ora le predazioni non sono più in posti sperduti nella montagna, ma avvengono sotto le finestre dei rifugi con luci accese e presenza di persone.

Quanto dobbiamo aspettare perché gli attacchi siano in pieno giorno, in mezzo ai turisti?

Siamo sicuri che il lupo nelle nostre zone porti turismo o forse lo fa scappare? Noi allevatori non vogliamo i soldi dei risarcimenti. Vogliamo poter lasciare libere di mangiare e bere le nostre bestie anche di notte e non chiuderle in recinti o stalle senza cibo e acqua per la notte.

Durante l'anno abbiamo controlli per il rispetto del benessere animale, che dovrebbe comprendere anche la libertà di movimento e il poter mangiare e bere in qualsiasi momento, tutelare la salute dell’animale e non fargli subire inutili sofferenze.

Tutto questo invece in alpeggio viene bypassato sotto un’ottica, a senso unico, di un ambientalismo da città, che non tiene conto delle differenze dei vari territori e della cultura insita.
Una politica sorda sulle questioni che riguardano la montagna, esigiamo almeno il rispetto che meritiamo
».

Le problematiche legate al ritorno del grande predatore sulle Alpi coinvolge un numero crescente di allevatori e le soluzioni adottate sono assai diverse.

In Austria tornano tempi duri per il lupo. È stata modificata la legge per la caccia, introducendo la possibilità dell’abbattimento di “lupi problematici”. È stato determinato che il lupo è un pericolo per l’uomo, per l’agricoltura e per il turismo.

In alcune zone del Veneto gli allevatori aderenti alla “Difesa del Patrimonio Zootecnico dai Grandi Predatori” asseriscono che ''non possiamo dire sì al lupo, perché resta il nostro avversario”, ma hanno aumentato il numero dei maremmani firmando però un accordo con una grande azienda del pet food che fornirà loro gratuitamente il fondamentale cibo per i loro cani.

Certo che, osservando le greggi di pecore 'scalatrici' che salgono in mezzo alle rocce sfidando la morfologia del terreno, su verso pendii erbosi liberi anche dai cespugli di ontano alpino e di rododendro, dimostrando di essere agili arrampicatrici si capisce che quassù l’utilizzo delle recinzioni non potrà mai essere contemplato.

La questione resta aperta: il lupo deve essere combattuto o deve essere tutelato? Gli allevatori d’alta montagna vanno aiutati e difesi o aspettiamo che abbandonino i pascoli e gli alpeggi?



Walter Bettoni

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore