In occasione della prossima Conferenza sul clima COP26, che si terrà a Glasgow a novembre, l’Associazione dei Pittori Botanici Britannici organizza una mostra intitolata 'Reflections: no plants, no planet' presso la Shirley Sherwood Gallery of Botanical Art di Londra.
Il tema è il cambiamento climatico e l'importanza delle piante per la salute della Terra. A questo evento parteciperà anche la domese Giovanna Gatto, impiegata amministrativa appassionata di pittura botanica. Per lei tale passione è il perfetto connubio tra due dei suoi più grandi interessi: il giardinaggio e l’acquerello. “La pittura botanica rappresenta una disciplina artistica molto particolare - spiega l'artista - . È differente dalle altre discipline figurative, poiché è al confine tra arte e scienza: il compito è quello di ritrarre in maniera scientifica la pianta, che viene ritratta dal vivo a grandezza naturale”.
Il maggiore esponente nella storia della pittura botanica è Pietro Andrea Mattioli , umanista medico botanico, anche se nel 17° e 18° secolo le donne hanno avuto il loro spazio, ricordiamo Giovanna Garzoni pittrice e miniaturista italiana.
Tornando alla mostra, Gatto espone una tavola acquerello e grafite dedicata al Tarassaco, pianta selvatica comunemente detta "dente di leone", fastidio eterno per i giardinieri di tutto il mondo perché considerata infestante, ma che riveste un ruolo importante nella biodiversità. Ci spiega Giovanna:“Il Taraxacum officinale nutre il suolo di molti elementi essenziali, oltre ad attrarre insetti impollinatori, api, coccinelle e farfalle. Particolarmente interessante e suggestiva la sua valenza simbolica, che richiama felicità, spensieratezza, forza e resilienza, tutte caratteristiche comuni alle piante selvatiche tipiche de nostri climi, che si adattano a vivere tra le pietre e persino tra le fessure dell'asfalto cittadino. Nel linguaggio dei fiori il Tarassaco simboleggia la speranza e la fiducia; fin dall'antichità le popolazioni campestri erano solite esprimere un desiderio e poi soffiare sui semi della pianta. Se con un solo soffio cadevano tutti i semi il desiderio sarebbe diventato realtà”.
Non a caso la scelta di questo fiore: vi è infatti in significato metaforico; i suoi semi, superata la paura iniziale, si lasciano andare, curiosi di nuove scoperte, pronti a generare nuova vita un po’ come capita all’essere umano, costretto a staccarsi dalla propria origine e ad affrontare il proprio viaggio senza paura, pronto per lottare contro le intemperie per cogliere ogni opportunità.
Come disse Oscar Wilde, “Un fiore sboccia per la tua stessa gioia”.
La mostra sarà “visitabile” online sino a marzo 2022 https://www.britishbotanicalartists.com/reflections-1?lightbox=dataItem-kulhdpxn14