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Cronaca | 16 gennaio 2022, 14:58

Il mondo dell'arte ossolana piange Giorgio da Valeggia

Se ne va un dei più apprezzati artisti contemporanei del territorio. La sua passione erano la pittura e la scrittura

Il mondo dell'arte ossolana piange Giorgio da Valeggia

“La pittura per me rappresenta la vita, è un’esigenza interiore per meglio comprendere il mio essere al mondo”. Si raccontava così in uno dei tanti articoli a lui dedicati sulle pagine del blog PQ La Scintilla Giorgio da Valeggia. Oggi il mondo dell'arte ossolana piange il pittore e scrittore 77enne. E' mancato in ospedale dove era ricoverato da qualche tempo. Una notizia che ha sconvolto e colto all'improvviso i tanti amici ed estimatori della sua arte.

Giorgio Sartoretti, era nato a Crevoladossola nel 1945. Aveva lavorato fin da ragazzino come decoratore, poi aveva aperto alla fine degli anni '70 un negozio di colori, cornici e altri articoli d’arte. Proprio questo lavoro lo aveva messo in contatto con alcuni pittori locali con i quali aveva fondato il GAO, Gruppo Artisti Ossolano, di cui era stato segretario. Aveva in quel periodo approfondito le sue passioni giovanili seguend gli insegnamenti di Carlo Bossone e di Rino Stringara.

A metà degli anni ottanta, decide di trasferirsi a vivere a Valeggia, la frazione di Montescheno dve darà spazio a tutta la sua vena artistica. Qui ha dipinto tantissimi quadri, ha organizzato mostre e si è dedicato alla sua seconda passione, la scrittura. Nell'ultimo decennio Giorgio da Valeggia aveva dedicato gran parte della sua vita alla scrittura. Cinque i libri “La mia ombra ed io sul cammino di Santiago”, “Andromia”, “La Barca della Provvidenza”, “Nulla si è compiuto” e “Il lungo filo rosso”. Da poco era uscita la sua monografia “Una storia d’arte e d’amore”.

“Con l'arte esprimo le mie emozioni, i miei sentimenti, lasciandomi guidare dalle intuizioni interiori, dalla fantasia, dall’ispirazione del momento. La pittura è per me la via d’uscita dalle ansie, dalle paure, dalle preoccupazioni, perché rappresentandole riesco ad esternarle e quindi mi sento più sereno, più felice, più vivo” raccontava sempre sul blog del suo grande amico Giuseppe Possa.

“Aveva finiti da poco un nuovo ciclo pittorico dedicato ai reclusi, al lockdown” racconta Possa. “Avevamo deciso di farne una mostra a novembre dello scorso anno, ma viste le restrizioni avevamo optato per un rinvio in primavera” continua l'amico Giuseppe Possa.

Ai figli e alla compagna Laura giungano le condoglianze della nostra redazione.


Redazione

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