Cia Novara-Vercelli-VCO evidenzia ancora una volta il pericolo di predazione del bestiame per gli allevatori del territorio a causa della presenza del lupo, una minaccia che si realizza con sempre più frequenza anche sulle nostre Montagne.
L’ultimo allarme è lanciato dal socio Cia Andrea Piffero, allevatore di capre e titolare dell’Agriturismo Da Attilio in località Marcalone a Cannobio. Racconta l’imprenditore: “Era una giornata con discreta affluenza in agriturismo e con abbastanza rumore da scoraggiare possibili attacchi in pieno giorno dal lupo. Almeno cosi pensavo. Le capre erano appena uscite dal recinto per il pascolo e, siccome sono dotate di Gps per rilevare sempre la loro posizione, ad un tratto mi sono accorto che non c’era movimento sulla app di tracciamento.
Sono andato a verificare e ho visto la mia capra sbranata, con i segni evidenti dell’attacco di un lupo. Sono andato immediatamente a recuperare il gregge; la mattina dopo sono tornato nel luogo del ritrovamento per constatare che il lupo, nel frattempo, era tornato per portare via la carcassa: c’erano i segni del trascinamento. Se questo dovesse ripetersi, dovrò rivedere le modalità di pascolo e tutte le misure di sicurezza. Tutto questo è avvenuto a poche decine di metri dal luogo in cui gli ospiti dell’agriturismo posteggiano le auto”.
Cia torna quindi sul problema e pone l’attenzione “anche sull’imposizione del Piano Lupo Nazionale e del Progetto Life Wolfalps della custodia degli animali mediante recinti anti-lupo o costante presenza del pastore, attività che comportano un’ingente spesa da parte dei pastori e che, di fatto, impedisce alle piccole aziende di continuare nella pratica del pascolo dei loro animali.
I dati più recenti sulla presenza del lupo parlano di 3.300/3.600 soggetti, praticamente il doppio rispetto alla precedente rilevazione. Secondo invece le stime basate su calcoli matematici che partono dalla biologia di questo animale, il numero di lupi si attesterebbe tra i 5 e i 7000 animali principalmente diffusi, tra l’ altro, sulle alpi occidentali”.
Dati che, secondo Cia, “rendono ormai non più rinviabili delle necessarie iniziative di contenimento della popolazione di lupo. Proseguire con le attuale inefficaci strategie di gestione ci porterà, a breve, a perdere il controllo della situazione. È necessario infine che gli amministratori locali e i sindaci, facciano sentire la loro voce richiamando enti e istituzioni che hanno precise responsabilità nella gestione di questo animale ad intervenire rapidamente”.