Ha aperto al pubblico sabato a Santa Maria Maggiore, al Centro Culturale Vecchio Municipio, la mostra curata da Maria Teresa Chirico “Paesaggi come luoghi dell’anima. L’opera di Aldo Cerchiari: gli anni con Lucio Fontana e Bruno Munari”.
L'esposizione, a ingresso libero, dedicata al letterato, critico, scrittore e pittore sarà visibile fino a domenica 4 settembre, dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16.30 alle ore 18.30. Da sabato 10 settembre a martedì 1 novembre la mostra è aperta il sabato, la domenica e i festivi, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16.30 alle ore 18.30.
Aldo Cerchiari nasce a Padova il 12 maggio 1906. Dopo vari spostamenti al seguito del padre approda a Milano dove lavora lavora per alcune case editrici, collaborando a numerose pubblicazioni. Nell’immediato dopoguerra il salotto della sua abitazione milanese diventa un luogo frequentato da artisti: Bruno Munari, intimo amico, Lucio Fontana, Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Roberto Crippa, Gianni Dova, Piero Manzoni, Aligi Sassu. Dal 1958 Aldo dipinge ed espone in Italia e all’estero, alternando momenti di feconda produzione ad altri di stasi, causati da una malattia che lo conduce alla morte il 15 ottobre 1971.
È la natura, e in particolare il paesaggio, l’oggetto della costante, approfondita ricerca di Aldo Cerchiari. Un paesaggio che diventa risonanza del sentire, strumento per sondare e tentare di comprendere il proprio animo. Gli inizi del suo percorso pittorico sono figurativi fino ad arrivare a osservare la natura quasi in una sorta di zoom, a cogliere l’essenziale e a raggiungere l’astrazione. Nei dipinti degli anni Cinquanta e Sessanta la tavolozza è ridotta, spesso addirittura quasi monocroma; la materia è corposa, fortemente tattile. Negli ultimi dipinti, invece, tutto si fa più rarefatto: la tavolozza si schiarisce e la pennellata è più scarna, quasi trasparente. La natura, nella sua ampia opera, è indagata con occhio attento, pronto a cogliere e a suggerire sensazioni ed emozioni.