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Attualità | 31 maggio 2023, 15:40

No alla ciclabile Grande Est, ricorso al Tar del Comitato Tutela Devero

“Dannosa per ambiente ed escursionismo. Non siamo contrari al cicloturismo, ma crediamo necessario avviare una riflessione sull’utilizzo delle biciclette in montagna”

No alla ciclabile Grande Est, ricorso al Tar del Comitato Tutela Devero

No alla ciclabile al “grande est” del Devero. È l'appello del Comitato Tutela Devero, che insieme a Club Alpino Italiano, Legambiente Nazionale, Mountain Wilderness Italia, Pro Natura Federazione Italiana ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il progetto promosso dall'Ente di Gestione del Parco.

“La legge dice che l’ambiente nelle aree protette non può essere modificato se non per gravi motivi, previa un’indagine rigorosa e scientifica, aperta a confronto pubblico. Un confronto che in questo caso è mancato. Non siamo contrari al cicloturismo, ma crediamo necessario avviare una riflessione sull’utilizzo delle biciclette in montagna”. Il progetto, secondo il Comitato, andrebbe a “discapito dell’ambiente e dei moltissimi escursionisti che percorrono uno degli itinerari più amati di Devero” e prevede modifiche al sentiero “allargandolo, livellandolo, eliminando asperità e naturalezza per facilitare il passaggio delle Mountain Bike e delle Mtb elettriche”.

Una posizione condivisa anche da diversi appassionati delle due ruote. “Ho fatto alcune volte l'itinerario con la mountain bike e la dimensione del tracciato è già adatto alle bici. Ma bisogna essere capaci e preparati fisicamente. La bellezza del giro è dovuta all'aspetto selvaggio del luogo. Le ciclabili per le famiglie lasciamole a valle, sono gli escursionisti che si devono adattare al territorio, non il contrario” commenta un utente sulla pagina Fb del Comitato.

Il Comitato spiega così, in un comunicato e attraverso i social, le proprie posizioni e il ricorso al Tar per bloccare il progetto. “Il Grande Est al Devero: nome che evoca grandi spazi, silenzi, immersione nell’ambiente, osservazione; un altopiano di praterie di alta montagna, preziosi laghetti glaciali e torbiere, all’interno del Parco Veglia -Devero, in un’area protetta dall’Unione Europea (ZSC/ZPS in Natura 2000) per i delicati Habitat e le rare specie anche in estinzione.

L’Ente Parco, Gestore delle Aree Protette, è ora promotore di un progetto volto ad alterare il sentiero discreto che lo attraversa, allargandolo, livellandolo, eliminando asperità e naturalezza per facilitare il passaggio delle Mountain Bike e delle MTB elettriche, in modo che possa diventare un itinerario di maggior richiamo per gli appassionati di questo sport.

Con il declino dello sci invernale, sono sempre più frequenti gli interventi di alterazione della montagna per nuovi interessi e speranze di profitto a favore di un approccio con mezzi meccanici e a motore, anche se elettrici, a scapito dell’ambiente e dei moltissimi escursionisti, per i quali costituisce uno degli itinerari più amati di Devero.

In aree protette, con habitat e specie di interesse prioritario, la legge dice che l’ambiente non può essere modificato se non per gravi motivi, previa un’indagine rigorosa e scientifica (la Valutazione di Incidenza Ambientale VIncA), aperta a confronto pubblico. Un confronto che in questo caso è mancato. Il Club Alpino Italiano, il Comitato Tutela Devero, Legambiente Nazionale, Mountain Wilderness Italia, Pro Natura Federazione Italiana, hanno fatto ricorso al Tar in data 29 maggio 2023 per l’assenza di interlocuzione pubblica e per la violazione delle norme di tutela.

Non siamo contrari al cicloturismo, ma crediamo necessario avviare una riflessione sull’utilizzo delle biciclette in montagna, sui danni alla biodiversità, sulle modifiche al territorio, sul rapporto con chi va a piedi, sul richiamo forzato di nuove utenze in aree scelte per garantire un naturale rapporto tra l’uomo e la montagna”.

(Foto social Comitato Tutela Devero)

Redazione

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