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Attualità | 05 novembre 2023, 15:11

Corsi di italiano con servizio di "Childcare" per donne straniere

Un'iniziativa dell'associazione 20.01 per supportare le mamme con bambini piccoli

Corsi di italiano con servizio di "Childcare" per donne straniere

Il primo passo per l'integrazione degli immigrati nel nostro Paese è la conoscenza della lingua italiana. I bambini e ragazzi, appena giunti in Italia, vengono ammessi a scuola dove iniziano il loro percorso, per gli adulti sono invece previsti i corsi organizzati dal Centro per l'Istruzione degli adulti (a Domodossola alla scuola media Floreanini) che permettono il conseguimento del livello A2 richiesto per l'inserimento nel mondo del lavoro.

C'è però una categoria di immigrati che fatica ad accedere all'alfabetizzazione, per motivi oggettivi o anche culturali. Stiamo parlando di quelle donne che, provenienti dal Maghreb o altre zone dell'Africa, si ricongiungono ai mariti che già hanno appreso la lingua italiana e già lavorano. Queste donne si ritrovano in un paese straniero senza conoscere nemmeno una parola di italiano, e spesso hanno bimbi piccoli da accudire o, per motivi culturali non vogliono frequentare lezioni in classi miste, e pertanto non possono frequentare i corsi proposti dal Cpia. Tali corsi, infatti, si svolgono in orario preserale, e chi ha bimbi piccoli non può lasciarli a casa da soli. A queste persone, da qualche anno, viene in aiuto l'associazione 20.01, che organizza corsi di italiano per sole donne straniere in orario pomeridiano, offrendo anche il servizio di "childcare".

"In sostanza offriamo la possibilità a queste signore appena giunte in Italia e che per svariati motivi, culturali o di organizzazione familiare, non possono frequentare i corsi serali del Cpia, di seguire le nostre lezioni e di usufruire di un servizio di babysitter per i loro piccoli mentre sono a lezione -  spiega Paola Posadino, Presidentessa dell'associazione 20.01 - Le nostre lezioni sono rivolte esclusivamente alle donne, che possono portare con sé i figli più piccoli e affidarli alle nostre volontarie. Le lezioni si svolgono dalle 14.15 alle 16.15, due pomeriggi la settimana, e queste mamme hanno tutto il tempo eventualmente per recarsi poi a scuola a recuperare altri figli più grandicelli. Imparare la lingua italiana per queste donne è fondamentale, perché sono loro che hanno i rapporti con la scuola e gli insegnanti, e con l'ostacolo della lingua la comunicazione diventa impossibile".

L'associazione 20.01 si dedica proprio all'integrazione degli stranieri e negli scorsi anni ha avuto anche il supporto della Fondazione Comunitaria del Vco, che ha finanziato l'acquisto di pc e Lim quali ausili per le lezioni ma che sono anche stati concessi in comodato d'uso a quelle famiglie che non potevano permettersi l'acquisto di un pc durante la Dad.

Tra i volontari che si mettono a disposizione per tenere le lezioni d'italiano, molti ex insegnanti ora in pensione, come Rosanna Bucchi De Giuli, maestra: "Le lezioni si tengono presso i locali della Cgil in via Carale di Masera - spiega - perché lì abbiamo a disposizione aule più grandi e un locale per far giocare i figli delle nostre allieve. Non appena saranno disponibili spazi più ampi ci trasferiremo presso l'oratorio, dove già svolgiamo altre attività e dove abbiamo a disposizione la lavagna multimediale, ormai diventata strumento indispensabile per le attività d'insegnamento".

Lo scorso anno il gruppo di allieve era composto da signore di svariate nazionalità: marocchine, tunisine, nigeriane, argentine, ucraine e anche peruviane e giapponesi: “È stato molto bello vedere lo spirito che ha unito queste donne, la voglia di aiutarsi a vicenda e sostenersi - conclude la presidentessa Paola Posadino - per il nuovo corso abbiamo già una decina di iscritte e siamo pronte ad accogliere altre donne che arriveranno in Italia e che avranno bisogno di imparare la nostra lingua".

Miria Sanzone

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