Sabato 25 Novembre alle ore 17.30, presso l’Ossola Outdoor Center di Crevoladossola, Paolo Crosa Lenz e Giulio Frangioni: “Questi anni hanno visto l’Italia e le Alpi soffrire un connubio di siccità e caldo estremo. Sono il termometro dei repentini cambiamenti climatici che hanno ripercussioni sugli ambienti naturali e sui ghiacciai, ma anche sui sistemi economici quali l'agricoltura e la produzione idroelettrica”, spiegano - “Anche per quanto riguarda la frequentazione della montagna, la scorsa estate alcuni rifugi in quota, specialmente nell’area del Monte Bianco, hanno terminato anticipatamente l’attività per mancanza d’acqua, così come alcuni itinerari classici di salita alle vette sono stati “chiusi”, mentre altri come la salita alla Capanna Margherita sul Monte Rosa, hanno visto allungarsi i tempi di percorrenza per evitare crepacci e rocce emergenti. I bivacchi appollaiati sulle pareti sono stati travolti da frane di roccia e non sono più agibili: in questo quadro la tragedia della Marmolada ha imposto cambiamenti culturali sull’alpinismo di massa in quota, imponendo nei prossimi anni: il cambio, le modalità e gli itinerari per la frequentazione diffusa dell’alta montagna; anche se gli alpinisti di punta troveranno sempre spazi nuovi di avventura.”
Seguirà la presentazione della spedizione artica Ferdasky - Glacier Expedition Vatnajokull, in programma in Islanda nel marzo 2024. Il team è composto da Roberto Ragazzi, Roberto Fantoli e Stefano Farronato, i quali intraprenderanno un tentativo non supportato di attraversata integrale della calotta polare del Vatnajokull, da oOvest a est, con un passaggio obbligato dal vulcano Grimsvotn. La lunghezza è stimata attorno ai 180 km, per un totale di circa 12-15 giorni in completa autosufficienza, trainando slitte artiche contenenti tutto il materiale necessario, comprese le tende per le notti all'aperto. La spedizione sarà una vera e propria sfida con elementi naturali che si mescoleranno in un'esperienza estrema. Ogni passo dei partecipanti sarà un confronto diretto con la natura selvaggia dell’isola, circondati da una bellezza primitiva che catturerà gli animi e lascerà un'impronta di avventura e scoperta sul ghiacciaio più grande d’Europa.
“L’Islanda è terra di contrasti e dualità, dove il calore del sole si contrappone alla freddezza tagliente del ghiaccio” commenta Roberto Ragazzi, team leader della spedizione, “e nessuno dovrebbe essere indifferente ai luoghi che visita, all'acqua che beve, all'aria che respira. Crediamo, infatti, che solo abbracciando le diversità profonde che s’incontrano, si possa cogliere appieno la bellezza del mondo. La nostra spedizione non sarà dunque solo un'avventura sportiva, ma anche un preciso richiamo alla consapevolezza delle minacce che l'umanità rappresenta per la fragile e primitiva natura dell’Islanda”.
Da tutto ciò nasce la profonda responsabilità che il team di Ferðaský fa propria: proteggere e preservare queste meraviglie per le generazioni future, diventando portavoce della conservazione di questo gigante di ghiaccio affinché possa mantenere la propria magnificenza nel tempo.