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Sanità | 24 agosto 2024, 08:16

"Algoritmi? Polemica e soluzione inutile, senza la riorganizzazione territoriale del 118"

A parlare è Mario Raviolo, medico saviglianese ora direttore della Maxiemergenza ma, fino al 2022 e alla nascita di Azienda Zero, responsabile regionale del 118. Un sistema che conosce bene: "Se ci sarà bisogno di me, mi metto a disposizione"

"Algoritmi? Polemica e soluzione inutile, senza la riorganizzazione territoriale del 118"

Se c'è una persona che conosce i meccanismi della medicina d'urgenza territoriale è il medico saviglianese Mario Raviolo, direttore della Maxiemergenza 118 Piemonte e del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Asl Cn1, oltre che anima e guida dell’EMT2 Regione Piemonte, (l'ospedale da campo che opera a livello internazionale. 

Raviolo, non senza finire più volte nella bufera, nei primi mesi della pandemia Covid era stato anche commissario dell’Unità di crisi della Regione, poi rimosso dall'incarico e, fino al 2022, responsabile regionale del 118.

Incarico che non ha più ricoperto dalla nascita di Azienda Zero, diretta dal dottor Gianluca Ghiselli, medico astigiano scelto dalla Regione per questo ruolo.

Raviolo lo aveva saputo leggendo i giornali. Scaricato, in qualche modo lasciato solo. Ma lui non ha mai avuto paura della solitudine. Per tanti anni medico di emergenza sulle ambulanze, ha più volte sottolineato come quello sia un mestiere che prevede di dover prendere decisioni in fretta e, appunto, da soli. Non c'è tempo di potersi consultare con qualcuno, perché in ballo c'è la vita, o la morte, di qualcuno.

E' a lui che abbiamo chiesto di esprimere un parere sulla querelle tutta piemontese relativa agli Algoritmi Clinico Assistenziali Infermieristici in tutto il Piemonte e sul ruolo di infermieri e medici sulle ambulanze, in qualità di ex responsabile del sistema del 118 regionale.

Lo dice da anni: "Non ci sono abbastanza medici e gli infermieri devono essere dotati di più strumenti". Lo aveva fatto, quando era direttore, dotando di un sistema di monitor le ambulanze, per consentire di comunicare in tempo reale con l'ospedale. "Era stato installato un software che consentiva il dialogo tra medici, tra infermieri e medici e anche tra cittadini e centrale operativa. Ma questo strumento non viene utilizzato", sottolinea Raviolo. 

"Fino a due anni fa il 118 era un gioiello e un vanto di questa regione. Adesso è molto deteriorato. Riscontro negligenze organizzative, oltre al fatto che era stata promessa una riorganizzazione territoriale dei mezzi di soccorso che non c'è stata. Perché è da qui che bisogna partire", continua.

"Che i medici del 118 andassero verso una riduzione era prevedibile. In provincia di Cuneo credo che si possa parlare di situazione disastrosa, a quanto mi risulta ne mancano due terzi circa rispetto al fabbisogno. Ma questa è la situazione e questa va gestita".

Come? "Serve una riorganizzazione territoriale ed è il non averlo fatto l'origine di tutti i mali, a mio giudizio. Bisogna allestire automediche in punti strategici e avere le ambulanze infermieristiche, quelle di base, con solo l'infermiere. Chi deve intervenire è sempre l'infermiere o direttamente l'auto medica con ambulanza di appoggio, in caso di codici maggiori o più critici. L'automedica con il medico a bordo è sempre quella più vicina, ovviamente, all'area di intervento, in grado di supportare le ambulanze. Io credo che, così, non ci sarebbe bisogno di alcun algoritmo".

A suo dire, un passaggio inutile. "Quella in atto è una polemica sterile, ci sono altre cose da fare prima. Esistono delle leggi, che piaccia. Gli infermieri possono somministrare alcuni farmaci, che il medico può prescrivere in collegamento tramite tablet o videochiamata, per esempio. Questo si fa già, non ha senso parlare di algoritmi senza prima passare per una riorganizzazione complessiva. Poi, se servirà, si potrà lavorare anche sui protocolli, ma adesso l'urgenza è la rimappatura del territorio. Oggi c'è bisogno, e mi riferisco ad Azienda Zero, di avere persone competenti e coraggiose, che sappiano fare quello che c'è bisogno di fare".

Come crede che evolverà la situazione? Non risponde, limitandosi a sottolineare come sarà difficile invertire la rotta nel mondo del 118, "perché c'è un clima di grossa sfiducia nei confronti del sistema e delle persone. E questo disincentiva. La cosa mi addolora molto".

Conclude con una mano tesa: "Vorrei che venissero prese decisioni importanti per poter tornare ad una situazione di equilibrio. Io sono un dipendente della Regione, sono un tecnico. Se ci sarà bisogno di me, mi metto a disposizione".

 

Barbara Simonelli

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