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Cultura | 10 novembre 2024, 09:45

"Dove il cielo è l'aria che respiri": Marco Botti ha raccontato la sua ultima opera

Le parole e i versi dello skyrunner raccontano l'essenza e le emozioni della montagna

"Dove il cielo è l'aria che respiri": Marco Botti ha raccontato la sua ultima opera

La corsa in montagna diventa lo sfondo di una coinvolgente e originale opera poetica di Marco Botti, il poeta corridore ossolano che ad Anzola, ha presentato il suo ultimo libro "Dove il cielo è l'aria che respiri".

"La poesia è il linguaggio che ritengo più vero per esprimermi - spiega Marco Botti - e il parallelismo con la montagna, che io considero quasi una mamma che ti insegna e ti rimprovera quando necessario, si ritrova in questo mio ultimo libro perché racchiude i miei ultimi dieci, quindici anni di vita, in cui mi sono avvicinato alla corsa in montagna, lo skyrunning, una specialità molto dura di sola salita che ho praticato per diversi anni, facendo anche gare in Italia e all'estero. Ora non competo più, ma mi è piaciuto condensare questo periodo della mia vita sotto forma di poesie e brevissimi racconti e mi è sembrato bello cristallizzarli tra le pagine di un libro affinché potessero donare emozioni anche ad altri, non solo a me che le ho provate correndo tra le montagne".

Una duplice veste, dunque, quella di Marco: atleta e scrittore, grazie alla quale riesce a fissare le proprie emozioni. "La montagna per me è innanzitutto la mia casa, essendoci nato e vivendoci. Sin da bambino ho praticato tutti gli sport di montagna. La scrittura è nata un po' dopo come passione, nel periodo dell'adolescenza, e in particolar modo è nata avvicinandomi alla poesia. Il primo libro l'ho scritto a vent'anni, ho fatto poi molto altro collaborando con riviste, scrivendo romanzi e biografie, ma la poesia è sempre rimasta il linguaggio più vero per esprimermi".

Miria Sanzone

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